Mentre la condanna di Mladic e il suicidio di Praljak svelano quanto in ex Jugoslavia resistano i nazionalismi, a Bologna venerdì arrivano due attiviste del Tribunale delle Donne, l’esperienza con un approccio femminista alla giustizia. Patricia Tough (Donne in nero): “Durante e dopo la guerra violenze indicibili, ma le donne hanno scelto di non essere nemiche e testimoniare”.

Le donne principali vittime della violenza durante la guerra, bottino dei nazionalismi attraverso gli stupri etnici. Le donne soggette attive e determinate nel processo di transizione attraverso un approccio femminista alla giustizia, che non usa le vittime solo per emettere sentenze di condanna, ma lavora affinché si sappia e rimanga memoria di quello che è accaduto durante e dopo il conflitto armato.
È questo e molto altro l’esperienza del Tribunale delle Donne nell’ex Jugoslavia, che sarà presentato a Bologna alla presenza di due protagoniste.

L’iniziativa è stata organizzata da Donne in Nero di Bologna, con la collaborazione di Associazione Orlando, Non una di meno e Casa delle donne ed è prevista per venerdì 15 dicembre alle 18.00 alla Sala Biagi del Baraccano, in via Santo Stefano 119.
Ad intervenire saranno Stasa Zajovic delle Donne in Nero di Belgrado e Suvada Selimovic di Djulici, Bosnia Erzegovina, attivista di Anima, che racconteranno il lungo processo collettivo, durato più di 5 anni ed ancora in divenire, che ha coinvolto donne di tutti i paesi dell’ex Jugoslavia.

Le recenti condanne del generale serbo Ratko Mladic e di quello croato Slobodan Praljak (poi suicidatosi) al Tribunale dell’Aja hanno sollevato proteste nei diversi Paesi dell’ex Jugoslavia, con manifestazioni di sostegno agli efferati assassini e apologie ufficiali. Elementi che testimoniano come le spinte nazionaliste siano ancora vive e creino divisioni nei Paesi che sono stati in guerra.
Radicalmente diverso, invece, è stato il lavoro svolto dal Tribunale delle Donne in questi anni. “Le donne hanno creato ponti, hanno rifiutato di essere nemiche”, sottolinea ai nostri microfoni Patricia Tough.

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