Con un voto di fiducia il Senato approva in via definitiva il dl Manovrina, che reintroduce i voucher dopo aver aggirato e disinnescato il referendum della Cgil. L’equilibrismo politico della minoranza Pd e degli scissionisti di Mdp. Il sindacato sabato in piazza. La Cgil Emilia Romagna: “A questo punto il problema è la democrazia’

Voucher: la loro reintroduzione fa infuriare la CGIL

Si è consumata oggi l’ennesima pagina triste della politica italiana che umilia il lavoro. Comunque la si pensi, ciò che è accaduto attorno al tema dei voucher rientra a pieno titolo nella definizione di “emergenza democratica”.
Il Senato ha approvato la fiducia al dl Manovrina, che contiene i PrestO, la nuova forma di voucher, abrogati per disinnescare il referendum promosso dalla Cgil e reintrodotti subito dopo.

A rendere ancora più farsesca la vicenda è stata la posizione espressa sia dalla minoranza interna al Pd che dagli scrissionisti di Mdp. La prima ha deciso di votare la fiducia al governo per fare in modo – almeno questa è la giustificazione ufficiale – che non saltasse la legge contro la tortura, agonizzante da anni in Parlamento e ostaggio di un centrodestra che ne renderà impossibile l’approvazione. L’equilibrismo politico, però, ha riguardato anche i secondi, che non si sono presentati in aula perché un’eventuale astensione sarebbe stata conteggiata come voto contrario e avrebbe rischiato di far saltare l’esecutivo.

Approvata la legge, la manifestazione promossa dalla Cgil per sabato prossimo non servirà più a scongiurare la reintroduzione dei bonus lavoro, usati in modo improprio per rendere ancora più precaria e ricattabile la vita dei lavoratori. La calendarizzazione della protesta e la scelta di non procedere con uno sciopero, del resto, rendevano già flebile la reazione del sindacato, che comunque ha detto di voler rivolgersi alla Corte costituzionale.
“A questo punto non si tratta più di scendere in piazza sul tema dei voucher – afferma ai nostri microfoni Luigi Giove, segretario della Cgil Emilia Romagna – Il punto ora è la democrazia e il grave precedente che si è registrato”.

Anche se un recente sondaggio dimostra che due italiani su tre stanno dalla parte del sindacato, la Cgil non sembra intenzionata a utilizzare quanto accaduto come una bandiera per una battaglia politica e sindacale.
“Ci sono anche altri problemi che assumono carattere emergenziale – afferma Giove – Penso al tema degli ammortizzatori sociali, delle pensioni, dei servizi pubblici. Metteremo in campo un’iniziativa che è destinata a durare nel tempo e ad allargarsi anche ad altri argomenti”.