Il caso Coopservice e le misure del ministro del Lavoro Poletti, ex Legacoop, portano i collettivi ad organizzare un Primo Maggio di lotta contro lo sfruttamento messo in atto dalla cooperative. L’obbiettivo è creare un percorso comune. Appuntamento alle 9 in via Zamboni 25.

I facchini della logistica, nell’appalto di Ikea e Granarolo, venivano sfruttati da una cooperativa. I lavoratori di Palazzo Paleotti, nell’appalto dell’Università di Bologna, vengono sfruttati da Coopservice. Al ministero del Lavoro siede Giuliano Poletti, ex Legacoop. È proprio il “sistema di sfruttamento messo in piedi dalle cooperative” il filo conduttore del Primo Maggio “No Coop“. I lavoratori e i collettivi si ritroveranno per dare vita ad una Festa dei Lavoratori inedita, che prende di mira quello che una volta, forse, era il fulcro della solidarietà.

“È da diversi decenni che il sistema cooperativo non si prefigura più come antagonista al capitalismo – spiega ai nostri microfoni Gigi Roggero di Hobo – Nella nostra regione, Legacoop, insieme a Pci prima fino al Pd ora e alla Cgil gestiscono il potere politico, sociale ed economico, che ha portato allo smantellamento del welfare, alla riduzione dei costi della manodopera e alla modificazione del mercato del lavoro”. Un blocco, insomma, che per i collettivi e i sindacati di base rende necessaria la costruzione di un percorso comune, sotto l’egida “No Coop”.

L’obiettivo manifesto è proprio quello di “Unificare le lotte contro il sistema delle cooperative, dalla logistica all’Unibo, fino ai molti precari pagati da fame”. Un sistema che con Giuliano Poletti, ex Legacoop, al ministero del Lavoro potrebbe diventare nazionale.
Nella giornata del Primo Maggio, quindi, questa piattaforma darà vita ad un’iniziativa che come punto di raccolta ha scelto un luogo simbolo delle mobilitazioni degli ultimi mesi: Palazzo Paleotti. Alle 9.00, dunque, i “No Coop” si daranno appuntamento sotto lo stabile di proprietà dell’Università, dove svolgono le loro mansioni i lavoratori di Coopservice, pagati meno di 3 euro all’ora.