Ora l’attacco alla convenzione, prima l’esclusione dallo statuto della Città Metropolitana del tema delle discriminazioni per l’orientamento sessuale e il boicottaggio della dicitura “genitore” sui moduli per l’iscrizione scolastica. Il Cassero denuncia il potere trasversale che blocca la città, esprime solidarietà a sindaco e giunta e chiede chiarezza al Pd.

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“Esprimo solidarietà al sindaco e alla sua giunta, perché in una fase storica così difficile è complicato ed avvilente avere a che fare con pezzi della maggioranza che non seguono una visione, ma un progetto altro”. È arrabbiatissimo Vincenzo Branà, presidente del Cassero, che questa mattina, assieme ad attiviste ed attivisti del centro lgbt di Bologna, si è recato a Palazzo D’Accursio per difendere la struttura dagli attacchi della componente cattolica in Consiglio comunale.
Il tema è quello dell’odg “anti-Cassero”, presentato dalla consigliera Pd Raffaella Santi Casali, che “nella pratica smantella un patrimonio e una tradizione bolognese“, tuona Branà.

Il presidente dell’Arcigay va giù duro contro la consigliera, sostenendo che giochi “nella squadra della destra” e ricordando che “ha lavorato evidentemente per escludere dallo statuto della Città Metropolitana le organizzazioni che si occupano delle discriminazioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere“. Una questione, dunque, che per Branà non riguarda solo la corretta gestione dei fondi comunali, ma riguarda l’omofobia.
“Siamo qui per chiedere, come facciamo noi – prosegue il presidente del Cassero – una rendicontazione degli emolumenti ricevuti dall’inizio del mandato e le azioni messe in campo con quei soldi”.

Per il centro glbt, l’emendamento concordato ieri in sede di gruppo consigliare nel Pd, che rimuove le frasi più accusatorie, “è solo un nascondere la polvere sotto il tappeto”.
Quello che occorre e che il Cassero esige, invece, è “un chiarimento inequivocabile sui valori a cui il Partito Democratico è ispirato, poiché ci sono delle evidenti incompatibilità“.
La confusione interna al Pd non si manifesta solo a Palazzo D’Accursio, ma anche nella solidarietà espressa al Cassero dopo la presentazione dell’odg. “Molti dirigenti bolognesi del Pd hanno firmato il nostro appello”, fa sapere Branà.

La battaglia, dunque, è contro il blocco che si oppone al progresso della città: “C’è un potere trasversale che è in grado di condizionale le scelte – spiega il presidente del Cassero – Un esempio? La nostra città si è vantata di essere all’avanguardia per la sperimentazione della modifica dei moduli per l’iscrizione scolastica, con la dicitura ‘genitore’ al posto di ‘padre e madre’. Se si va sul sito del Comune di Bologna quei moduli presentano ancora la vecchia dicitura”.