Manca il decreto attuativo che reintroduce il pagamento dell’imposta sugli immobili anche per la Chiesa cattolica. Una partita da 600 milioni di euro. Il Ministero si giustifica: “La materia è complessa”.

La solerzia con cui il Governo guidato da Mario Monti ha reintrodotto l’imposta sugli immobili per i cittadini italiani sembra essersi smarrita sotto l’ombrellone. Allora il provvedimento fu preso in fretta e furia: furono stabilite scadenze rigorose (la prima il 18 giugno), addirittura senza aver messo a punto meccanismi chiari per il calcolo della tassa.
Una fretta che il Governo non sembra avere quando si parla di far pagare l’imposta alla Chiesa cattolica. Nonostante l’Imu sia stata introdotta da diversi mesi, infatti, manca ancora il decreto attuativo per reintrodurre il pagamento dell’imposta anche per gli immobili commerciali o comunque non destinati al culto della chiesa.

La partita potrebbe portare nelle casse dello Stato almeno 600 milioni di euro, risorse che sarebbero preziosissime per finanziare molti settori che, invece, in questi mesi sono stati oggetti di tagli da parte dell’esecutivo.
Riesplosa la questione, il Ministero del Tesoro fatica a nascondere l’imbarazzo: “Ci stiamo lavorando, ma la questione è complessa”, fanno sapere da via XX settembre.

L’equità tanto sbandierata dal premier, dunque, sembra messa in crisi da una lentezza o una dimenticanza che più di uno ritengono dolose. Soprattutto se si considera il fatto che l’Europa potrebbe aprire una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia proprio su questo tema.