Una delle scelte più gravi della finanziaria tremontiana è quella di sdoganare il gioco d’azzardo online a pagamento, cioè con l’uso di soldi veri. Il poker online era già permesso. Ora però si permetterà di rilanciare con fish “pesanti”. Anche 1000 euro a puntata. E tutto stando comodi a casa propria.

Grave perché i deboli sono molti – e come ha detto opportunamente il vice presidente del gruppo Abele, Leopoldo Grosso – la quota di popolazione adulta che (secondo studio europeo interessa l’1% dei giocatori) potrebbe diventare dipendente da gioco potrebbe aggirarsi intorno alle 100 mila persone o più.

Il dipendente se ha la possibilità di giocare anche da casa (on line appunto) con soldi veri potrebbe mettere sul lastrico la sua famiglia. Moltiplicate questa situazione per 100 mila o più famiglie e avete la dimensione dei danni potenziali che una schifezza come questa potrebbe causare alla società italiana.

Pur di far cassa si decide di lucrare, ancora una volta, sulla pelle della gente. Non solo è ingiusto è anche un ruolette russa. Per i rovinati dal gioco sono anche le famiglie del giocatore compulsivo e non solo li, il colpevole.
Perciò una norma simile è tale – non già da gridare allo scandalo – ma da smuovere le coscenze delle persone che definendosi attente al sociale, dovrebbero capire la pericolosità e la perigliosità di un siffato modo di far cassa. Dove sono i vescovi? E i preti? Dove sono tutte quelle associazioni così “impegnate nel sociale”? Che fanno, dormono?

Il gioco della legalizzazione del gioco d’azzardo è stata incentivata anche dal centrosinistra quando fu al governo. Il gioco infonde nelle casse dello Stato ben 11 miliardi di euro. Avete letto bene si parla di miliardi non milioni. I giochi d’azzardo in Italia hanno un giro d’affari enorme: 60 miliardi di euro l’anno.

Aumentare ancora il perimetro del gioco legalizzato è una scelta doppiamente controproducente e masochista: per ogni euro incamerato dalle casse pubbliche con le tasse generate dai nuovi giochi d’azardo, quanti saranno poi gli euro da spendere per curare i dipendenti dal gioco?
E quanti di questi soldi finniranno a incrementare le floride casse della malavita organizzata?

Dov’è la responsabilità pubblica degli amministratori e dei governanti?
Dov’è finito il senso del bene comune?

E voi che aspettate a comprare il prossimo gratta e vinci?