Con una lettera del settore Edilizia e Patrimonio e indirizzata al comitato per la promozione e la tutela delle esperienze sociali autogestite, il Comune decide ufficialmente per lo sfratto di Xm24, il centro sociale di via Fioravanti. Entro il 30 giugno gli attivisti dovrebbero abbandonare gli spazi. La replica: “Noi non ce ne andiamo”.

Precipita la trattativa iniziata sul finire dell’anno scorso per Xm24. Il centro sociale di via Fioravanti, la cui convenzione è scaduta il 31 dicembre scorso, dovrà abbandonare i locali entro il 30 giugno. Almeno così dice la lettera inviata dal settore Edilizia e Patrimonio del Comune di Bologna al comitato per la promozione e la tutela delle esperienze sociali autogestite.
Le ragioni ufficiali sono sempre le stesse: un fantomatico progetto di riqualificazione delle strutture di via Fioravanti 24, da destinare a non meglio precisate attività istituzionali.

Era successo così già ad Atlantide, il centro sociale femminista e punk sgomberato l’anno scorso, nella cui ormai ex sede gli ingressi rimangono murati e non c’è traccia degli uffici di Quartiere che, secondo l’allora presidente Ilaria Giorgetti, dovevano trovare spazio proprio nel cassero di Porta Santo Stefano.
I precedenti, però, non mancano. Anche gli spazi di Santa Marta, occupati dal collettivo Bartleby ormai diversi anni fa e poi sgomberati con il pretesto di progetti istituzionali in cantiere, continuano ad essere vuoti.

Il problema è nato sul finire dell’anno scorso, quando le destre e il capogruppo Pd Claudio Mazzanti avevano attaccato il centro sociale, evocando lo sgombero o una diversa collocazione. Alcune delle motivazioni addotte, come presunti insoluti sulle utenze, furono smentiti dalla stessa assessora comunale alla Cultura, Bruna Gambarelli.
“L’assessora ci ha incontrato una volta – spiega ai nostri microfoni Andrea, attivista di Xm24 – elencandoci le ragioni per le quali noi non potevamo restare lì, in Bolognina”. Gli attivisti hanno allora preso tempo per rispondere, attraverso un processo assembleare in uso nel centro sociale, con un dossier, che è stato consegnato proprio nel giorno in cui è arrivata la lettera.

Noi non ce ne andiamo perché siamo nel posto giusto e al momento giusto“, spiega Andrea ai nostri microfoni. Il riferimento è alle situazioni problematiche che si vedono in Bolognina e che Xm24 contibuisce a gestire e arginare.
“Chi c’era prima di noi – racconta l’attivista – ci dice che prima del nostro arrivo la situazione era molto peggio di così e noi, insieme agli abitanti del quartiere, la stiamo migliorando”.
Da tempo il centro sociale rigetta la logica che il Comune di Bologna vorrebbe imporre sulla zona, tradendo la sua natura popolare in favore di una riqualificazione che gli attivisti considerano speculazione edilizia.

Nonostante le cronache di alcuni quotidiani, quando emerse il tema, ipotizzassero lo spostamento di Xm24 in altre strutture, gli attivisti non hanno mai ricevuto alcuna proposta ufficiale da parte dell’assessora Gambarelli per eventuali nuovi spazi.