Secondo il Gvc lo sgombero del campo di Idomeni è giusto, perché le persone non avevano accesso ai servizi basilari. I profughi non saranno deportati in Turchia, perché arrivati prima del 20 marzo, e andranno in campi “aperti”. Resta però il nodo del regolamento “Dublino 2” che li vincola alla permanenza in Grecia e il sistema di ricollocamenti europei che non funziona.

“È giusto così, nel campo di Idomeni le persone non avevano accesso ai servizi basilari, sia quelli sanitari che quelli legali. Quindi era immaginabile che prima o poi quelle persone sarebbero state spostate”. È così che Monica Mazzotti, cooperante della ong Gvc, rientrata da poco da una missione in Grecia nei campi profughi, commenta lo sgombero dell’accampamento informarmale a Idomeni, al confine con la Macedonia. L’intervento, secondo la cooperante, era necessario per garantire le basilari condizioni necessarie.

Anche sulla collocazione dei circa 8mila migranti trasferiti da Idomeni dovrebbero esserci garanzie. In Grecia, sulla terra ferma, sono allestiti circa 40 centri atrezzati ed aperti, dove le persone possono entrare ed uscire liberamente, ma usufruendo dei servizi essenziali. “Non sono centri di detenzione – spiega Mazzotti – né gli hotspot, che invece sono presenti sulle isole”.
Non solo: i profughi di Idomeni non dovrebbero rientrare nell’accordo tra Ue e Turchia. “Sono arrivate prima del 20 marzo – osserva la cooperante del Gvc – quindi dovrebbero ricadere nelle procedure precedenti: la concessione del diritto d’asilo solo a siriani e iracheni”.

In ogni caso, però, resta il problema del regolamento “Dublino 2”, che vincola le persone alla permanenza nel Paese di primo arrivo, nel quale fanno domanda di protezione internazionale.
“È uno dei motivi per cui le persone non volevano andarsene da Idomeni – continua Mazzotti – mentre avrebbero preferito raggiungere il nord Europa, dove hanno contatti o famigliari e dove le opportunità di lavoro e di vita sono migliori che in Grecia”.
La cooperante ricorda infine che esiste anche il programma europeo sui ricollocamenti, ma a tutt’oggi sembra non funzionare.