Sciopero di Usb a Melfi e proteste di SiCobas a Pomigliano D’Arco dopo l’ufficializzazione dell’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juve. Gli operai contestano l’investimento di 400 milioni per il calciatore, mentre a loro vengono chiesti sacrifici. L’azienda ha annunciato 1640 esuberi poco prima di acquistare CR7.

Ronaldo alla Juve e operari FCA a casa

L’Unione Sindacale di Base dello stabilimento Fca di Melfi ha proclamato uno sciopero dalle 22.00 di domenica 15 luglio fino alle 06.00 di martedì 17 luglio. Il sindacato SiCobas, presso lo stabilimento Fca di Pomigliano D’Arco, ha affisso un manifesto che recita: “Per Ronaldo 400 milioni… Agli operai solo calci nei coglioni”.
Sono queste le reazioni che l’ufficializzazione dell’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus ha provocato tra gli operai delle fabbriche del gruppo guidato da Sergio Marchionne.

“È inaccettabile che mentre ai lavoratori di Fca e Cnhi l’azienda continui a chiedere da anni enormi sacrifici a livello economico la stessa decida di spendere centinaia di milioni di euro per l’acquisto di un calciatore – spiega un comunicato di Usb – Ci viene detto che il momento è difficile, che bisogna ricorrere agli ammortizzatori sociali in attesa del lancio di nuovi modelli che non arrivano mai. E mentre gli operai e le loro famiglie stringono sempre più la cinghia la proprietà decide di investire su un’unica risorsa umana tantissimi soldi!”.

“Vorrei precisare che non è una protesta contro il calcio, né contro Cristiano Ronaldo“, spiega ai nostri microfoni Domenico De Stradis dell’Usb di Melfi.
Il sindacalista sottolinea che poche ore prima dell’acquisto del campione portoghese, la stessa proprietà aziendale annunciava per lo stabilimento lucano un piano di esuberi di 1640 lavoratori, giustificato con la dismissione della Punto e l’incertezza di un nuovo modello automobilistico che dovrebbe essere realizzato là. “Ciò ha prodotto contratti di solidarietà che interessano 5400 lavoratori circa, che si vedranno ulteriormente decurtati lo stipendio”.

Il sindacalista punta il dito anche sulle strategie aziendali: “Mentre la Juventus ha uno staff capace di anticipare e intercettare la domanda, dal momento che le magliette di CR7, vendute a 140 euro, non sono rimaste nei negozi nemmeno mezz’ora, lo stesso non avviene per il settore automobilistico”.
Da un lato il business milionario, dunque, dall’altro un’austerità fatta di ammortizzatori sociali, cinghie tirate e totale incertezza sull’effettiva attuazione del piano indrustriale presentato.

ASCOLTA L’INTERVISTA A DOMENICO DE STRADIS:

A completare il quadro delle condizioni dei lavoratori Fca è Sergio Bellavita, sempre di Usb, che ricorda come Melfi sia l’unico stabilimento al mondo a lavorare ancora a ciclo continuo, con venti turni, e come il modello produttivo adottato abbia prodotto un ingente numero di operai a ridotte capacità lavorative. “Sono rotti, perché facendo per anni lo stesso lavoro ripetitivo sono arrivati ad avere certificati medici che certificano una forma di limitazione ed invalidità”.

Un ulteriore elemento è la paga. “Il salario dei lavoratori Fca è più basso rispetto a quanto stabilito dal contratto metalmeccanico nazionale – sottolinea Bellavita – Questo per effetto dell’accordo del 2010, il famoso ‘Modello Marchionne'”.
A Pomigliano le cose non vanno meglio. Se nello stabilimento è stata trasferita dalla Polonia la produzione della Panda, metà dei lavoratori continua a rimanere a casa.

Eppure c’è già qualcuno che sostiene che l’acquisto di Ronaldo porterà plusvalore alla Juventus, con un probabile ritorno finanziario. “Di solito le aziende quotate in borsa vedono le azioni salire quando annunciano piani di esuberi, perché ci sono operazioni di speculazione – ricorda Bellavita – Andrebbe invece valutato il ritorno sul piano sociale. Di quel ritorno economico i lavoratori non vedranno una briciola“.

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