Hillary Clinton ufficializza la sua corsa alla Casa Bianca, affermando di voler essere il primo presidente americano donna e puntando su un programma rivolto alle questioni femminili, al lavoro e alle minoranze. Donati: “Deve sapersi rinnovare nella sfida con la dinastia dei Bush e deve accarezzare anche l’elettorato tradizionale”.

Era ampiamente attesa, ora è arrivata ufficialmente. Hillary Clinton ha ufficializzato ieri sera la propria corsa alla Casa Bianca, dopo la sconfitta del turno precedente delle primarie statunitensi, che avevano incoronato proprio l’attuale presidente Barack Obama.
In questi anni, al fianco di Obama, Hillary Clinton ha ricoperto il ruolo di Segretario di Stato, trovandosi a gestire diverse crisi in giro per il mondo. Un lavoro che per Daniele Donati, docente dell’Università di Bologna ed esperto di questioni americane, di sicuro le conferisce un lustro e un riconoscimento istituzionali aggiuntivi, ma che di per sè non sono sufficienti.

“Hillary Clinton sconta di aver perso le primarie con Obama, quindi di non essere una candidata nuova – osserva Donati – Visto che all’orizzonte si prefigura una sfida con un Bush, occorre non dare l’impressione che si tratti di una gara fra dinastie, ma che Clinton sappia rinnovarsi”.
Nel suo discorso diffuso attraverso un video, Clinton sottolinea alcuni dei punti che faranno parte del suo programma. Molto è incentrato sulle donne, sulle minoranze e sul tema del lavoro.

Temi che per il docente sono accolti con favore dall’opinione pubblica americana, ma che non sono sufficienti per garantire un successo alla candidata. “Occorre anche accarezzare i cosiddetti wasp, ovvero l’elettorato tradizionale, composto da bianchi, professionisti e appartenenti alla classe media, una fetta dell’elettorato che pare Obama abbia perso”.