Dopo che sono stati resi noti i nomi dei ministri del governo Renzi, che in queste ore cerca di ottenere la fiducia nei due rami del Parlamento, il nome del Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha scatenato la polemica. Pur dimessasi dalle sue cariche, Guidi potrebbe rappresentare un evidente conflitto d’interessi.

Federica Guidi allo sviluppo economico fa discutere

Federica Guidi, appena nominata alla testa del dicastero dello sviluppo, si è dimessa dalle cariche che ricopriva nell’azienda di famiglia, la Ducati Energia. Le dimissioni non hanno però fugato i dubbi circa il gigantesco conflitto d’interessi che potrebbe configurarsi.

Per fare un esempio vicino al nostro territorio basta citare la questione della BredaMenarinibus. La vicenda è di immediata comprensione. In qualità di titolare dello sviluppo economico, Federica Guidi, troverà sul suo tavolo, tra le tante (circa 160), la vertenza riguradante la Bredamenarinibus. L’azienda di produzione degli autobus, di proprietà Finmeccanica, detenuta a sua volta per il 30% dallo Stato Italiano, sarà molto probabilemte ceduta. Gli acquirenti saranno, è quasi certo, i turchi della Karsan che hanno un solo probabile competitor, la Ducati Energia. Il conflitto d’interessi, insomma, potrebbe essere servito. Tutto questo, senza citare gli altri importanti contratti con enti pubblici che Ducati Energia ha siglato.

Per Bruno Papignani, segretario regionale Fiom, il problema non sta nella questione Menarini, che gli pare “sia una partita persa dove prevarrà la Karsan”. Il problema reale sta nell’inutilità di un ministero, che in precedenza non ha fatto quasi niente e nel fatto che la neo-ministra non abbia “esperienza e competenza”.

Molto scettico appare Papignani sulle esternazioni di Guidi ai tempi nei quali era presidente dei giovani industriali, quando teorizzava il superamento del contratto nazionale e l’inutilità dei sindacati.

Non un buon biglietto da visita per Federica Guidi, insomma, almeno a parere di Bruno Papignani.