Dopo il blitz organizzato ieri dal Cua, stamattina alcuni studenti dell’Assemblea di Scienze Politiche si sono mobilitati contro il professor Panebianco, prendendo parte alla sua lezione sulle “Teorie della pace e della guerra” e intervenendo polemicamente. “La sua opinione costa la vita di milioni di persone”. “Usa il suo potere per fomentare la guerra”. IL VIDEO DELLA CONTESTAZIONE.

Nuova contestazione, questa mattina, al professor Angelo Panebianco. Dopo il blitz di ieri da parte del Cua, oggi è stata la volta degli studenti dell’Assemblea di Scienze Politiche, che hanno cercato il confronto nel corso di una lezione di “Teorie della pace e della guerra”.
Gli studenti sono intervenuti per condannare la propaganda a favore della guerra che secondo loro il docente, anche editorialista del Corriere della Sera, sta portando avanti da tempo. È stato proprio un editoriale pubblicato qualche giorno fa dal professore a dare avvio alle proteste.

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“Come Assemblea di Scienze Politiche – spiega Giulia ai nostri microfoni – nell’ultimo semestre abbiamo organizzato un ciclo di incontri sul tema della guerra nella realtà odierna, gli stessi temi su cui si è esposto il professor Panebianco. L’editoriale che il professore ha pubblicato sul Corriere della Sera, è l’ultimo di una lunga serie di incitazioni alla guerra e allo scontro di civiltà. Perciò come studenti e studentesse di Scienze Politiche ci siamo organizzati, siamo andati a lezione e abbiamo posto domande rispetto alla sua linea di pensiero, sottolineando il fatto che non è possibile che all’interno dell’Università vengano propinate determinate idee”.

Di fronte a queste critiche il professore non sembrerebbe aver dato alcuna risposta, se non quella di sottolineare che la sua lezione era riservata a “studenti normali”.
“Il professore ha inizato a mettere a tacere gli studenti che intervenivano – racconta Giulia – sottolineando la differenza tra gli studenti normali, quelli che accettavano passivamente le sue parole, e quelli che provavano a mettere a critica lui e le sue idee”.
La lezione è stata quindi spostata in un’altra Aula, ed è stata attuata una selezione tra gli studenti, eliminando i contestatori.

“Il fatto che all’interno dell’Alma Mater ci sia un professore che incita alla guerra è un fatto gravissimo, a maggior ragione visto che è una guerra voluta da pochi, ma che come ha dimostrato recentemente la morte di giulio Reggeni tocca i ricercatori, le vittime del terrorismo e noi stessi”, ribadisce Giulia.
Sia ieri che oggi, intanto, esponenti della politica e delle Istituzioni hanno espresso solidarietà a Panebianco, difendendo la sua libertà d’opinione. “Spesso ci si confonde su questo tema – replica la studentessa – Panebianco non gode di libertà di espressione, bensì di una posizione di potere. I suoi editoriali non sono semplici opinioni, ma direzionano l’opinione pubblica  e le azioni dei politici. Si tratta di un professore che tramite uno strumento come il Corriere propina idee estremamente dannose. Le idee di tutti i guerrafondai vanno messe a dura critica”.

Gli studenti, dunque, non si pentono, anzi rilanciano. Giovedì si svolgerà l’ultimo incontro del ciclo di seminari sulla guerra organizzati dall’Assemblea di Scienze Politiche, dedicato proprio a Guerra e comunicazione. In questa occasione si terrà un presidio contro la guerra e tutti coloro che la fomentano nel cortile di Scienze Politiche.

Anna Uras