Si Cobas giudica “molto deludente” l’incontro col Prefetto sulla vertenza Granarolo: promesse vaghe e comunque inadeguate rispetto alle richieste dei lavoratori. Criche al ministro Giuliano Poletti. Venerdì lo sciopero della logistica e sabato il corteo dei migranti. Frecciate al Tpo, sostenitore della Carta di Lampedusa.

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Le richieste dei lavoratori Granarolo erano precise: cassa integrazione per tutti ed erogazione di quella passata, assunzione entro il primo luglio dei 51 lavoratori, istituzione di un tavolo tecnico con la Lega delle cooperative in materia di assunzioni e ritiro delle denunce per i lavoratori e solidali partecipanti alle scorse manifestazioni. A fronte di ciò le garanzie del Prefetto si sono fermate al proseguimento della cassa fino a marzo mentre le assunzioni partirebbero a dicembre, coinvolgendo tra l’altro solo 29 lavoratori su 51.

Per continuare a portare avanti queste istanze, i facchini della Granarolo parteciperanno allo sciopero nazionale del 28 febbraio in molte città italiane, per affermare ancora il no alle politiche padronali contro i lavoratori.
Tra le critiche anche quella rivolta al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ex-presidente di Legacoop: “Se non riesce a mettere a posto 51 lavoratori – spiega ai nostri microfoni Simone dei Si Cobas – non sappiamo come possa risolvere i problemi dei milioni di lavoratori che si trovano in difficoltà in questo momento”.

Il 1° marzo invece i facchini, per gran parte stranieri, si uniranno allo sciopero per i diritti dei migranti. A questo proposito Si Cobas non risparmia critiche alla Carta di Lampedusa, che sotto le Due Torri è sostenuta dal Tpo: “Ci sono persone che hanno firmato la Carta anche con Legacoop – sostiene il sindacalista – noi la pensiamo diversamente, crediamo che si possa dare dignità agli immigrati con la lotta giorno per giorno e non dietro un computer”.

Pietro Gallina