Domani, sabato 10 gennaio, in concomitanza con la visita del primo ministro Matteo Renzi per il taglio del nastro del nuovo polo produttivo della Granarolo, a Cadriano, le lavoratrici e i lavoratori incroceranno le braccia per due ore con un presidio davanti al caseificio.

A meno di imprevisti dell’ultima ora, domani mattina Matteo Renzi arriverà a Bologna, per inaugurare il nuovo polo produttivo della Granarolo, a Cadriano. Insieme al premier, saranno presenti il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, il sindaco Virginio Merola, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, la presidente di Legacoop, Rita Ghedini, e il numero uno di Granarolo, Gianpiero Calzolari. La visita del premier sarà accolta dai lavoratori con uno sciopero e un presidio davanti all’azienda.

Per due ore, dalle 9 alle 11, lavoratrici e lavoratori incroceranno le braccia per protestare contro le politiche messe in campo dal governo Renzi in materia di lavoro. I dipendenti della Granarolo usciranno dai reparti e daranno vita a un presidio “sonoro” davanti al caseificio. Renzi avrà dunque l’ennesima occasione per trovarsi di fronte a tutto il malcontento e la rabbia dei lavoratori per ciò che il Jobs Act implica in termini di precarietà, demansionamento, controllo a distanza, voucher.

“Il riconoscimento del lavoro quale soluzione alla crisi è la strada da imboccare, le scelte del governo vanno in altra direzione – dice Vincenzo Grimaldi, segretario Flai-Cgil di Bologna – Con il Jobs Act il lavoro viene trasformato in qualcosa di molto simile alla relazione che intercorre tra caporale e bracciante, un lavoro povero, senza diritti, ricattabile. Il Jobs Act serve a creare un esercito di forza lavoro a basso prezzo, flessibile, docile. Non è di questo che il Paese ha bisogno per uscire dalla crisi”.