La mobilitazione annunciata giorni fa dal CUA (Collettivo Universitario Autonomo) oggi ha raggiunto gli obiettivi che si era proposta: interrompere il Cda dell’Università e dare vita a una protesta per ribadire il secco no all’Università-Azienda.

“Da sempre l’ateneo di Bologna non si oppone alla riforma Gelmini e anzi la applica al suo interno diventando sempre di più una università-azienda. I tagli alla formazione e la spending review attuata dal governo Monti contribuiscono a creare un clima d’incertezza dentro l’unibo dove sono sempre memo i soldi per biblioteche, borse di studio e i servizi”, come le mense universitarie sempre più costose. Queste le motivazioni che hanno spinto in piazza circa 50 studenti universitari oggi. “Contestiamo il Consiglio di amministrazione dell’Unibo in quanto è il cuore dell’università azienda che come studenti-precari vogliamo bloccare e denunciare per iniziare a riprenderci metro dopo metro tutto quello che ci spetta”.

L’obiettivo preannunciato è stato raggiunto: si è entrati in consiglio d’amministrazione e si è mostrato il dissenso con lanci di banconote false e il tentativo di mettere al collo del rettore una cartello recante la scritta: “Ivano Dionigi non vuole mettere i soldi”. Niente dialogo, nessuna mediazione: una protesta che vuole connotarsi come dura e irriducibile perché “Il rettore Dionigi si schiera a favore della meritocrazia spendendo soldi a palate per cerimonie in pompa magna in piazza Maggiore, ma sappiamo che in una condizione generale di crisi e con la morsa della precarietà sulle nostre vite oggi questo concetto vuol dire immediatamente selezione di classe e accesso all’università solo a chi se lo può permettere, in una città dove gli affitti sono alle stelle e motore della speculazione immobiliare – vera rapina legalizzata ai danni degli studenti – mentre l’università non fa nulla in questo senso”

Da quello che è stato lo sciopero europeo il 14 novembre, la mobilitazione degli studenti non si ferma e non ha intenzione di fermarsi: convocata un’assemblea a Lettere per il 29 novembre con l’obiettivo di costruire la partecipazione degli studenti universitari al corteo del 6 dicembre, lanciato nei giorni scorsi dagli studenti delle scuole superiori. “La nostra battaglia è comune alla loro”, sottolinea il Cua, esprimendo solidarietà alle scuole che in questi giorni sono occupate.