Giovani sempre più disoccupati, famiglie intere senza reddito, conti bancari sempre più in rosso. È il quadro fosco che emerge dal rapporto sull’economia dell’Emilia-Romagna nel 2010 stilato dalla direzione regionale della Banca d’Italia e presentato oggi a Bologna.

Giovani sempre più disoccupati, famiglie intere senza reddito, conti bancari sempre più in rosso. È il quadro fosco che emerge dal rapporto sull’economia dell’Emilia-Romagna nel 2010 stilato dalla direzione regionale della Banca d’Italia e presentato oggi a Bologna.

“Le famiglie si sono trovate di fronte ad una riduzione del reddito disponibile e hanno dovuto risparmiare meno per sostenere i consumi”, spiega Marcello Pagnini, della divisione Analisi di Bankitalia. Un elemento, peraltro compatibile, con gli ultimi dati Istat sul reddito disponibile in Emilia-Romagna, che evidenzia un segno negativo. Sembra quindi non troppo lentamente scomparire il ruolo della famiglia come ammortizzatore sociale. “La crisi ha fortemente ridotto l’occupazione giovanile, calata del 2%, accentuando un trend negativo iniziato prima della recessione. I giovani hanno pagato pero’ il prezzo piu’ alto”, ammette Eliana Viviano, del pool di ricercatori dell’istituto centrale.

Dal rapporto emerge anche che l’ingresso nel mercato del lavoro tra i 15 e i 34 anni è sempre più difficile e che la probabilità di trovare un’occupazione nel giro di sei mesi è calata del 20%. Per chi, invece, trova lavoro la situazione non è molto rosea: i giovani entrano con contratti precari, pagando le incertezze connesse alla instabilità della ripresa. Non accenna poi a diminuire il numero delle famiglie nelle quali tutti i componenti risultano senza lavoro (113.000 nel 2010, con 25.000 minori) e cresce molto di più della media nazionale il numero dei cosiddetti “neet”, i giovani che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in nessun percorso formativo: 150.000 giovani, il 17% della popolazione tra i 15 e i 34 anni.