Se per il ragazzino bengalese, escluso da scuola, la vicenda si è conclusa positivamente, la Scuola d’italiano con i Migranti di Xm24, sottolinea come la risoluzione di un caso particolare, abbia evidenziato tutte le carenze del sistema scolastico e d’integrazione.

Il bambino bengalese che, in Italia da 8 mesi dopo il ricongiungimento familiare, si era visto rifiutare l’iscrizione a scuola, occuperà il suo banco in una classe di seconda media dal 7 gennaio. Tutta la vicenda, che aveva portato anche ad un’interrogazione parlamentare, sembrerebbe essersi risolta nel migliore dei modi.

Non la pensa così, però, la SIM (Scuola d’Italiano con i Migranti) di Xm24. “Molte cose restano in sospeso” dice Andrea della SIM. “Tutti si sono prodigati per risolvere questo problema particolare -spiega- ma proprio questa celerità suscita dubbi circa l’efficacia e l’efficienza del sistema scolastico integrato con l’ufficio immigrazione della Prefettura.”

“Resta il fatto che è difficile, per chi arriva in Italia fuori dalle date canoniche d’iscrizione, potersi iscrivere a scuola. Questo è il problema di fondo -continua Andrea- legato a tutta la legislazione sull’immigrazione in Italia, al sistema dell’integrazione e dell’accoglienza.”

“Sia l’Ufficio Scolastico sia la Cgil hanno ammesso che il problema esiste. Noi non vorremmo fermarci a questo, ma vorremmo spronare tutti affinchè questo problema si risolva. Non esiste un sistema di coordinamento delle scuole cittadine: questa è una mancanza grave. Non vorremmo trovarci a dovere presentare ogni volta una richiesta per un caso particolare, ma auspichiamo che la questione si risolva in maniera generale” afferma, lasciando intendere come, quello del ragazzino belgalese, potrebbere essere solo uno dei tanti casi del genere.”

“Chiederemo -conclude Andrea- a tutte le realtà sensibili all’argomento di collaborare con noi per cercare di spingere affinchè le iscrizioni nelle scuole siano quanto più veloci possibile. Lasciare che i bambini non vadano a scuola può ripercuotersi in maniera negativa in diversi ambiti della vita sociale delle nostre comunità.”