Sono numerose le segnalazioni che farebbero emergere un uso distorto dello strumento Garanzia Giovani, il piano europeo per favorire l’occupazione giovanile: forza lavoro reclutata in settori turistici/stagionali previa iscrizione al programma. Depositata un’interrogazione al ministro Poletti e una risoluzione alla Giunta regionale.

Garanzia Giovani, ma quale garanzia? Gli abusi ai lavoratori stagionali

Sul programma Garanzia Giovani occorre un’attenta vigilanza da parte del ministero del Lavoro e della Regione Emilia Romagna”: il deputato Giovanni Paglia e il consigliere regionale Igor Taruffi, entrambi esponenti di Sel, lanciano l’allarme sui possibili abusi in cui sarebbe coinvolto il programma Garanzia Giovani. Paglia e Taruffi hanno raccolto numerose segnalazioni che denunciano come molte aziende del settore turistico/stagionale della riviera adriatica stiano richiedendo a giovani in cerca di lavoro l’iscrizione a Garanzia Giovani, assumendoli attraverso l’attivazione di tirocini sovvenzionati, e quindi privi di qualsiasi prospettiva di continuità lavorativa.

“La cosa sarebbe molto scorretta – sottolinea Giovanni Paglia – perché il contratto di apprendistato normale viene solitamente escluso dai lavori stagionali, proprio perché essendo apprendistato dovrebbe essere teoricamente finalizzato a una continuità nell’occupazione, cosa che nei lavori stagionali non è possibile”. Si tratterebbe dunque di un abuso dello strumento Garanzia Giovani, nonché di un uso illegittimo di fondi pubblici: In Emilia Romagna, il rimborso minimo percepito dal lavoratore è pari a 450 euro, con un carico per l’azienda di 150 euro e di 300 euro per la Regione.

Paglia e Taruffi – che hanno depositato rispettivamente un’interrogazione al ministro Poletti e una risoluzione che impegni la Giunta Bonaccini a impedire possibili abusi – ricordano come un accordo del 2013 sottoscritto in Conferenza Stato-Regioni dia indicazioni precise riguardo il fatto che i tirocinanti non possano sostituire lavoratori con contratto a termine durante i picchi di attività delle aziende. “Se l’apprendistato ordinario prevede certi paletti – sostiene Paglia – ed esistono enti che certificano che un lavoro è compatibile con l’apprendistato, tanto più dovrebbero valere per quello previsto da Garanzia Giovani“.