Al fondo per la morosità incolpevole annunciato dal governo precedente manca ancora il decreto attuativo e i 226 milioni di euro, in realtà, devono essere divisi su sette anni. E per un errore del legislatore la Consulta ha bocciato la norma anti-affitti in nero. L’Unione Inquilini: “Mobilitazione”.

Il tema della casa continua a far discutere. Dopo le polemiche sul piano presentato dal governo Renzi, ci sono altre due questioni che concernono il tema degli sfratti e dell’emergenza abitativa. Da un lato gli annunci del governo a cui non sono seguiti i fatti sul tema del fondo per la morosità incolpevole, dall’altro gli ostacoli incontrati dalla norma che prevedeva incentivi agli inquilini che denunciavano affitti irregolari.

Nel primo caso l’Unione Inquilini parla di vero e proprio imbroglio. “I 226 milioni di euro annunciati dal governo – spiega Walter De Cesaris, segretario nazionale del sindacato per la casa – in realtà sono la somma di quanto stanziato per 7 anni. In altre parole, i fondi messi a disposizione sono di appena 30 milioni all’anno, una cifra assolutamente inadeguata per affrontare l’emergenza”.
Non solo: da sette mesi dal provvedimento manca ancora il decreto attuativo perciò, con ogni probabilità, se ne potrà beneficiare a partire dal 2015.

Il fondo per la morosità incolpevole doveva servire a scongiurare gli sfratti per quelle persone che, a causa della crisi economica e della disoccupazione, non hanno più la possibilità di pagare l’affitto.
Un problema che, alla luce dei recenti dati sulla disoccupazione generale – attestatasi al 13% – è destinato a crescere.
“Dal 2008 ad oggi gli sfratti sono raddoppiati – spiega De Cesaris – I dati parlano chiaro: nell’anno dell’inizio della crisi le procedure sono state 40mila, mentre l’anno scorso 80mila”.
Quel che è peggio, però, è che ad aumentare sono stati proprio gli sfratti per morosità, che hanno raggiunto il 90% del totale.

Eppure una soluzione per tamponare un poco il problema poteva esserci. Il governo, infatti, aveva predisposto una norma che prevedeva benefici fiscali a quegli inquilini che avessero denunciato l’affitto in nero. La legge, però, è inciampata sul giudizio della Corte Costituzionale, che l’ha bocciata per l’eccesso di delega nella sua promulgazione, senza entrare nel merito della questione.
“Non è possibile – commenta il segretario dell’Unione Inquilini – che a pagare per un errore del legislatore siano gli inquilini, in particolare le categorie più deboli, come precari, studenti fuori sede e migranti”.

Le associazioni per il diritto alla casa, quindi, chiedono che almeno non siano attivati procedimenti di sfratto contro chi ha denunciato l’affitto in nero. Per De Cesaris è anche una questione di lotta all’evasione e all’elusione fiscale: “La Banca d’Italia ha stimato che gli affitti in nero sottraggano al fisco un miliardo e mezzo di euro all’anno”.
Per incalzare governo e Parlamento a riformulare in modo corretto la legge, l’Unione Inquilini annuncia una mobilitazione proprio sotto la sede del Ministero delle Infrastrutture.