L’inserimento del principio del pareggio di bilancio nella nostra carta costituzionale, costituì un raro esempio di efficienza e rapidità per il nostro paese. Ora una legge d’iniziativa popolare, depositata ieri, prova a restituire ai cittadini il sacrosanto diritto ad un dibattito che fu negato, puntando a “rimettere al centro i diritti.”

Pareggio di Bilancio: parla Gaetano Azzariti

Torniamo a ricomporre una comunità che si fondi sui diritti. Non è mai troppo tardi per farlo.” Con queste parole, Gaetano Azzariti, professore di Diritto Costituzionale all’Università “la Sapienza” di Roma, ha presentato la legge d’iniziativa popolare per l’abolizione del principio del pareggio di bilancio inserito due anni fa in Costituzione. L’obiettivo, per il comitato promotore, è raccogliere le firme necessarie a far sì che la legge venga discussa in Parlamento, restituendo così agli italiani un dibattito che fu negato e sacrificato sull’altare delle politiche del governo Monti, una devastante miscela di politiche di austerità, svuotamento dei resti di democrazia economica e costante stato di emergenza (“l’attacco dei mercati”).

Il comitato, tra le cui fila ci sono Maurizio Landini, Stefano Rodotà e, appunto, Gaetano Azzariti, considera quella modifica costituzionale “disastrosa” per la nostra economia.

“Molti danni sono stati fatti: dobbiamo tornare a riflettere sulla centralità dei diritti. La cultura costituzionale di un paese -spiega Azzariti- è quella che viene diffusa dal sistema politico, per questo bisogna, nuovamente,  insegnare la grammatica costituzionale al paese.”

E conclude con un richiamo forte alla centralità del potere legislativo. “Solo il Parlamento, la rappresentazione della volontà popolare -risponde Azzariti a chi gli chiede conto dell’attivismo dei giuristi- potrà salvarci.