Bruno Papignani, segretario regionale Fiom, ai nostri microfoni, spiega le ragioni dello sciopero proclamato per il 5 dicembre.

Sciopero FIOM: le parole di Bruno Papignani

Questa mattina, nella sede FIOM dell’Emilia Romagna a Bologna, il segretario regionale delle tute blu, Bruno Papignani, ha descritto le ragioni che hanno portato i metalmeccanici a ribellarsi alla legge di stabilità e a indire una settimana di mobilitazione nazionale, anticipata  in Emilia da un’iniziativa forte sul territorio.
La FIOM nazionale nella sera dell’ 11 dicembre inizierà col riunirsi a Roma davanti alla sede RAI richiamando lavoratori da tutta Italia per avviare la protesta. Nella giornata del 12 scatterà il presidio davanti a palazzo Chigi per esprimere il proprio dissenso al governo, che “ricerca una ripresa, ma non si capisce a quale settore dell’industria si rivolga” e che “parla di segnali di ripresa, ma non descrive una situazione reale”.

FIOM Emilia Romagna chiederà un sacrificio ulteriore ai lavoratori per scuotere la città di Bologna e sensibilizzare tutta la piazza sulla questione dei metalmeccanici. Giovedì 5 dicembre avvierà, infatti, uno sciopero generale di 8 ore di tutto il settore metalmeccanico (industria e dipendenti delle aziende artigiane). E’ richiesto un sacrificio nel rinunciare alle ore di lavoro per partecipare alla contestazione, che, tuttavia, “non costerebbe mai quanto il sacrificio che dovrebbero sopportare se non facessero nulla”.

Lo sciopero  inizierà con un’assemblea aperta davanti alla BredaMenarini Bus a cui presenzierà anche il sindaco Virginio Merola. Il corteo vero e proprio partirà tra le 12.00 e le 13.00 da Porta San Felice e arriverà a Piazza del Nettuno dove ci sarà un incontro con le istituzioni e si avrà occasione di confrontarsi sugli ammortizzatori in deroga. Da qui il corteo si sposterà momentaneamente sotto la Prefettura intorno alle 15.00 per poi tornare in Piazza del Nettuno dove verrà offerto alla città un aperitivo nell’attesa di Maurizio Landini, segretario nazionale (che dovrebbe arrivare per le 20.00).

La mobilitazione mira a difendere i diritti dei lavoratori, con un potenziamento degli ammortizzatori sociali e una difesa dei posti di lavoro, scongiurando la deindustrializzazione. Si pone, inoltre, l’obiettivo di riavviare una discussione sugli interventi di politica industriale che garantiscano la ripresa degli investimenti pubblici e privati e la difesa e riconversione delle filiere in crisi.

Irene Usardi