Il lavoro è un bene comune: da Pomigliano a Mirafiori difendiamo ovunque contratto e lavoro”. Questo è lo slogan dello sciopero generale di otto ore indetto in Emilia Romagna per la giornata di oggi dalla Fiom e della manifestazione regionale a Bologna, che ha visto la partecipazione dei leader nazionali di Fiom e Cgil, Maurizio Landini e Susanna Camusso.

Il corteo è partito questa mattina alle 9 da Porta Saragozza, proseguendo lungo i viali, destinazione Piazza Maggiore per i discorsi conclusivi. “Non abbiamo intenzione di fermare la nostra battaglia”. Così ha aperto il suo intervento dal palco della manifestazione in Piazza Maggiore, intorno a mezzogiorno, Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom-Cgil. In chiusura ha invocando lo sciopero generale, a cui però Susanna Camusso non ha fatto cenno (il che le è costato più di un fischio). Accettando la logica degli accordi separati – ha continuato – “Fim e Uilm non tengono fuori solo la Fiom e la Cgil, ma cancellano in questo Paese l’esistenza del sindacato confederale, andando contro la loro storia e la loro natura. Se un sindacato cede al ricatto – ha aggiunto poi il leader della Fiom – non è più un sindacato”.

Interviste a cura di Alessandro Canella, Annalisa Di Sabbatino, Andrea Gozza. Riprese e montaggi di Luca Solina e Andrea Battaglioli per www.vibeschannel.com

MAURIZIO LANDINI – FIOM
“Quando un Paese mette in discussione le persone che lavorano, non è un Paese libero, e dobbiamo dirlo con forza. Il problema di questo Paese è che il Governo e il Presidente del Consiglio, che preferisce divertirsi anziché affrontare i problemi di questo Paese, debbano vergognarsi, e questa piazza chiede un cambiamento perché questo Governo sta portando il nostro Paese al disastro e alla deriva”.

SUSANNA CAMUSSO – CGIL
“Lo sciopero generale di oggi dei lavoratori metalmeccanici, la piazza a Bologna oggi, ma domani in tutte le piazze, afferma per i lavoratori metalmeccanici e per tutti i lavoratori italiani il nostro no al modello che la Fiat vorrebbe imporre al Paese, che vorrebbe cancellare contratto nazionale del lavoro, intervenire nei diritti fondamentali, peggiorare le condizioni del lavoro senza indicare cosa si vuole fare nel futuro: un modello autoritario”.

Una volta conclusi i comizi, Landini dichiara che “una parte della piazza ha scandito la richiesta dello sciopero generale, ma non mi pare che ci siano state particolari contestazioni. La discussione è aperta e in ogni caso, non è qui che si decide lo sciopero generale – ha spiegato il leader della Fiom – che rappresenta un messaggio forte e chiaro che unifica le persone”. Durante la scorsa manifestazione della Fiom del 16 ottobre era stato lanciato il progetto “Uniti contro la crisi”, per unire la protesta di centri sociali, studenti, ricercatori e lavoratori. Questo week end, a Porto Marghera, si è svolta una grande assemblea di Uniti Contro la Crisi.

GIANMARCO DE PIERI – TPO
“L’assemblea a Porto Marghera è andata benissimo, prima di tutto perché è stata davvero un’assemblea, con oltre 1700 partecipanti registrati e 170 interventi. Abbiamo sentito le tante ragioni dei chi non ha potuto avere finora un sindacato efficace, sto parlando di quelle centinaia di migliaia di giovani lavoratori che hanno contratti indegni di questo nome o che neppure hanno un contratto, che hanno soltanto il diritto allo sfruttamento”

In piazza erano presenti, oltre ai lavoratori, anche esponenti della società civile, come, ad esempio, gli scrittori Stefano Tassinari e Wu Ming.

WU MING
“Il fermento c’è, non se ne accorgono i grandi quotidiani, questa roba non passa in televisione perché c’è un controllo dell’informazione e dei percorsi predeterminati di interpellanza degli intellettuali, cioè si chiamano sempre quei 4 o 5 bolliti che non vanno sul territorio ma stanno nei salotti”

STEFANO TASSINARI
“Pensiamo che la mobilitazione della Fiom sia l’unica forma di resistenza sociale in questo momento gravissimo che il nostro Paese sta vivendo, quindi ci sembrava logico essere qua al fianco di questi lavoratori che si stanno battendo per i diritti, che non sono solo i diritti dei lavoratori in quanto tali, ma i diritti in generale di tutti noi”

Un corteo parallelo alla manifestazione regionale della Fiom si è concentrato questa mattina in Piazza Verdi. Studenti delle scuole superiori e universitari si sono diretti intorno alle 10:30 verso Porta San Donato, dopo aver appeso davanti al Provveditorato agli studi, di via De Castagnoli, lo striscione indicante: “Dalle scuole alle fabbriche il collaborazionismo non passerà”. Il corteo si è poi spostato lungo i viali della città, fino a raggiungere via Santo Stefano, bloccando il traffico e scandendo slogan di protesta come “Gelmini in un call center, Marchionne in fonderia, è questa la vera democrazia”. Si è unito infine ai manifestanti della Fiom in Piazza Maggiore, per poi ripartire una volta conclusi il comizio.

SOFIA – COORDINAMENTO PRECARI UNIVERSITARI
“Questo è uno sciopero che parla di tante cose, non solo dei problemi delle fabbriche e degli operai e dei metalmeccanici, ma è uno sciopero che chiede un altro concetto di sviluppo e di lavoro, che parla di lavoro come valore ormai perduto, che parla di lavoro come sicurezza”