Dopo il reintegro del sindacato alla Magneti Marelli, l’azienda impedisce alla Fiom di svolgere assemblee. “Già finite le ore disponibili” sostiene l’azienda. I metalmeccanici Cgil minacciano nuove azioni legali.

Si apre un nuovo capitolo nella partita tra Fiom e Fiat. Il campo di battaglia è sempre la Magneti Marelli, azienda del gruppo guidato da Sergio Marchionne.
La settimana scorsa i metalmeccanici della Cgil avevano riportato una vittoria, grazie alla sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Bologna, che aveva ritenuto antisindacale l’esclusione della Fiom dalla rappresentanza in fabbrica. La sentenza, esecutiva da subito, aveva permesso ai delegati di riprendere possesso delle chiavi della saletta sindacale e della bacheca.

La guerra però non è finita, perché ora la Fiat vuole impedire ai lavoratori lo svolgimento di assemblee sindacali, prima fra tutte quella in programma per domani. La motivazione ufficiale è che le 10 ore previste dallo Statuto dei Lavoratori sono già state prenotate da Cisl e Uil e dunque non è più possibile organizzare nuove assemblee.

Una motivazione che appare pretestuosa a Bruno Papignani, segretario della Fiom di Bologna, che contesta quella che agli occhi del sindacato appare come un altro atto di boicottaggio.
“Se non ci fanno svolgere l’assemblea – afferma Papignani – sono disposto a presentarmi alla Magneti Marelli con i carabinieri e saremo pronti ad intraprendere nuove azioni legali”. Parole dure, che evidenziano come il clima, all’interno dell’azienda del gruppo Fiat, resti ancora teso.

Il sindacalista, però, non se la prende solo con Fiat, ma sferza anche Fim e UIlm che “dovrebbero smentire l’azienda, altrimenti si sono messi d’accordo”. Secondo il segretario della Fiom prenotare assemblee per un anno intero non è possibile e dunque i metalmeccanici di Cisl e Uil dovrebbero chiarire cosa sta succedendo, anche per evitare che le azioni legali della Fiom vengano indirizzate nei loro confronti.