Dal 14 luglio al 13 novembre 2016

Originariamente realizzata per il Victoria and Albert Museum di Londra nel 2013, molto prima quindi della scomparsa del grande artista britannico. Non è nata pertanto con l’intento di essere una  retrospettiva, era e rimane una testimonianza-tributo alla incredibile vita di uno degli artisti più influenti del XX secolo.

La mostra, diventata itinerante, espone oltre 300 oggetti provenienti dagli archivi personali di David Bowie e si pone ai più alti livelli di multimedialità oggi possibili, diventando una sorta di pietra miliare degli allestimenti museali contemporanei. E’, nei limiti del possibile rispetto alla ultra-cinquantennale carriera di Bowie, onnicomprensiva e punta a mettere in risalto i molteplici legami che il Duca Bianco ha avuto nei diversi territori artistico-culturali che Bowie ha influenzato e dei quali ha nutrito la propria creatività, non solo musica quindi, ma letteratura, cinema, pittura, moda, teatro. Una mostra quindi dove la musica è naturalmente protagonista, ma non è l’unica chiave di lettura.

Ma sopra ogni altra cosa questa mostra è un viaggio emozionante dove ogni visitatore si troverà immerso nel proprio percorso bowiano e diventa molto difficile rimanere indifferenti di fronte al testo manoscritto di Rock’n’Roll Suicide, al costume indossato per la realizzazione del video di Ashes To Ashes o a quello della trasmissione televisiva Top Of The Pops del 6 luglio del 1972 nella performance di presentazione del nuovo singolo Starman  (i costumi sono tantissimi e tutti iconici).

Una citazione particolare merita l’ultima grande sala: una sorta di palcoscenico a 360 gradi, dove musica ad alto volume dall’acustica impeccabile, enormi video-wall dove scorrono immagini di concerti, e manichini esposti a vari livelli d’altezza creano una stupefacente full immersion nell’arte di David Bowie.

David Bowie Is terminerà il 13 novembre 2016.

Qui le interviste di Radio Città Fujiko realizzate durante la conferenza stampa di presentazione.

Angela Zocco



Ascolta le interviste a Laura Carlini direttrice del Mambo e Lorenzo Sassoli de Bianchi presidente