Nonostante le resistenze da parte del governo e gli attacchi subiti anche da parte della stampa filogovernativa, lo sciopero generale del 16 dicembre organizzato da Cgil e Uil si terrà come programmato dai sindacati, e sarà anzi un momento di grande importanza e partecipazione democratica: l’ultimo di tale portata infatti, secondo le parole di Luigi Giove, segretario generale della Cgil Emilia-Romagna, risale a 7 anni fa.

I sindacati confermano che lo sciopero generale del 16 dicembre contro la manovra del governo Draghi

Le manifestazioni per lo sciopero avverranno contemporaneamente in 5 città: Roma, nella quale è stata organizzata la manifestazione principale, Bari, Milano, Palermo e Cagliari. «Dall’Emilia-Romagna partiranno circa 10.000 persone, che si distribuiranno in due piazze -ha confermato Giove – quella di Milano e quella di Roma: per comodità abbiamo deciso che la Romagna andasse a Roma e che il resto della regione andasse a Milano». Uil, invece, manifesterà solo nella capitale.

«Le motivazione sono note – ha spiegato Giuliano Zignani, segretario generale di Uil Emilia-Romagna- da una parte una discussione che abbiamo fatto con il governo sul tema delle pensioni e sul tema del fisco: non abbiamo avuto risposte né sulle pensioni né sul fisco. Dall’altra parte il tema di mettere al centro il lavoro, quello che è mancato e quello che manca. L’idea di questo governo è un’idea di società molto diversa da quella che vogliamo noi».

Giove e Zignani hanno condannato duramente i commenti del governo Draghi e di alcuni politici: non solo infatti è stato eretto un muro verso i sindacati, non consultandoli minimamente delle decisioni prese in merito al Pnrr, ma lo sciopero è stato definito «inspiegabile e irresponsabile». Per Giove «serviva confrontarsi con il sindacato e invece sono prevalse le logiche di equilibrio all’interno della maggioranza dei partiti politici».

Vi è inoltre il nodo critico delle resistenze da parte della Commissione di Garanzia che qualche giorno fa, anche in risposta alle affermazioni di Draghi, aveva iniziato a contemplare la possibilità di costringere Cgil e Uil a riprogrammare le date dello sciopero. Duro, infine, è anche l’attacco rivolto ai «partiti di sinistra», accusati di criticare il governo Draghi ma di non fare assolutamente nulla sul piano pratico per contrastarlo, tantomeno dare sostegno allo sciopero di dopodomani.

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