La nuova produzione di Baby Bofe’Bologna Festival  coinvolge la Fondazione Claudio Abbado , giovanissimi attori della Scuola di Teatro  Alessandra Galante Garrone  e la casa editrice Babalibri  per la realizzazione di uno spettacolo- performance- installazione- reading dedicato ai più piccoli, teso a narrare le memorie sonore d’infanzia del compianto direttore d’orchestra.

Installazione magica quella realizzata dallo scenografo Roberto Abbiati all’interno del teatro dei Laboratori delle arti utilizzando caldi tappeti, sedie e tavoli bianchi, un grammofono e tantissimi fogli di musica appesi al graticcio per rappresentare il salotto della casa della famiglia Abbado.

La scenografia è abitata da due giovani attori- maggiordomi, intenti a spolverare il mobilio con tanto di grembiulini a pois rossi che, tralasciando i propri doveri, iniziano a raccontare la storia del piccolo Claudio e della sua musicalissima famiglia.

La prima parte dello spettacolo è entusiasmante, se pure gli attori non hanno fatto lo sforzo di imparare a memoria il testo che leggono tutto il tempo, a detrimento della scorrevolezza della narrazione e della presa del testo sul  giovane pubblico.

A reggere lo spettacolo sono, oltre alla scenografia, le proiezioni animate che sorprendono con la trovata di note che cadono dal grammofono rovesciandosi, sviluppando gambe e braccia e diventando veri personaggi poliedrici che ritornano lungo tutto l’arco della storia.

Se la parte attoriale zoppica, curata è l’esecuzione musicale dal vivo del violinista Alessandro Trabace che crea suggestioni sonore sia dall’interno che dall’esterno della “casa sonora” in cui avviene lo spettacolo, suonando briciole dell’Estate di Vivaldi e del Capriccio di Paganini e mescolandosi alle numersose suggestioni musicali proposte al giovane uditorio attraverso registrazioni (si ascolta Bach, Bartók, Debussy, Mozart, Beethoven, Rossini, Verdi, Mahler, Brahms e Nono).

Avvolgente l’ambientazione e calda l’atmosfera che si crea nel salotto degli Abbado quando bambini e genitori vengono invitati a simulare via, via un duo, un trio, un quartetto musicale, fino al limite dell’ottetto, oltre il quale casa Abbado non avrebbe potuto ospitare amici musicisti per fare musica d’insieme.

Potente è la frase che il piccolo Claudio impara dal padre e che ha voluto trasmettere ai giovani lettori del suo libro (Ed. Babalibri) : “Fare musica con qualcuno non vuol dire tanto saper suonare, ma saper ascoltare”.

I bambini presenti, con relativi accompagnatori adulti, restano in ascolto attivo per tutta la narrazione, si divertono con le gag attoriali, peccato che all’interno di un festival musicale, non vengano indicati, nemmeno attraverso le proiezioni, i titoli dei brani eseguiti dal vivo o proposti registrati, per abituare i piccoli, e forse anche i grandi, ad associare le famose melodie  ai rispettivi autori e ai titoli.

La seconda parte dello spettacolo ha qualche problema di tenuta dovuta al linguaggio del testo originale di Abbado che da narrativo si fa più tecnico e letterario e che in alcuni tratti poteva forse essere adattato alle esigenze drammaturgiche per sciogliersi e farsi di nuovo racconto. Numerosi i termini tecnici adoperati dal grande direttore d’orchestra in questa seconda parte, che non sono stati adeguatamente spiegati o esemplificati con specifici ascolti, anche brevi, all’uditorio, e che credo siano rimasti un interrogativo nelle menti dei bimbi in sala, tutti piuttosto piccoli e che invece potevano essere chiariti con giochi teatrali, ovviando alla letterarietà del copione di partenza che è infatti consigliato dai 9 anni, mentre lo spettacolo è fruito dai 5 anni.

Molto efficace è l’appello conclusivo del Maestro Abbado a non aver paura del disorientamento di fronte a musiche nuove, perchè ad ascoltare si impara e ogni epoca ha visto l’alba di un nuovo modo di fare musica che è sempre anche una rappresentazione astrattizzata della realtà sua contemporanea.

Lo spettacolo potrebbe essere perfezionato replica dopo replica con piccole accoortezze, lo consigliamo comunque alle famiglie caldmente perchè l’immersione che la scenografia crea nella realtà di un salotto musicale è perfetta e i bimbi si divertono molto, specie nella prima parte.

Repliche domenica 18 marzo ore 11, 16, 18 e 20:30; lunedì 19 marzo e martedì 20 alle 18 e alle 20:30.

Biglietti € 10, in vendita presso il Teatro dei Laboratori delle Arti, Via Azzo Gardino 65/A, un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Acquisto online www.bolognafestival.it