È iniziata l’operazione delle truppe etiopi in Sud Sudan, alla ricerca degli oltre 100 bambini rapiti la settimana scorsa. Durante il rapimento è morto un numero imprecisato di persone. Per il blitz, le autorità etiopi avrebbero cercato l’ok del governo sudsudanese.

Blitz delle truppe etiopi oltre il confine con il Sud Sudan, alla ricerca degli oltre 100 bambini rapiti la settimana scorsa. L’operazione dell’esercito di Addis Abeba è scattata questa mattina nel tentativo di riportare a casa i bambini rapiti, il cui numero è compreso tra i 102 e i 125. Il minitro dell’Informazione etiope, Getachew Reda, ha rivelato all’Afp di aver richiesto l’autorizzazione delle autorità sudsudanesi.

Le dinamiche del rapimento non sono ancora chiare. I bambini rapiti apparterrebbero alla tribù dei Nuer, in conflitto con quella dei Murle, il cui territorio di riferimento si trova nella regione orientale sudsudanese dello Jonlei. Testimoni rivelano che i rapitori parlassero con pronunciato accento Murle.

Il governo etiope ha già indetto due giorni di lutto nazionale, iniziati lo scorso mercoledì. Secondo le testimonianze emerse, i rapitori avrebbero ucciso chiunque tentasse di liberare i bambini sequestrati e fatto man bassa di circa 2mila capi di bestiame.

Media etiopi riferiscono che l’esercito ha circondato l’area in cui i bambini rapiti sono trattenuti, ma le autrità di Addis Abeba non hanno confermato la notizia.

Intanto è sempre più diffuso il timore che, in questa situazione di caos, possa scoppiare una guerra civile in Sud Sudan. A riferirlo è la pagina inglese di Al Jazeera, che segnala anche la possibilità che eventuali tumulti in Sud Sudan possano “attraversare il confine” e interessare anche l’Etiopia.