La minoranza interna alla Fiom Cgil ha occupato ieri pomeriggio la sede nazionale della Cgil per chiedere il ripristino della dignità e delle prerogative dell’area di opposizione in Cgil, colpite dal licenziamento del suo portavoce nazionale Sergio Bellavita. Ottenuto un incontro oggi alle 12.00

Non sono finite le tensioni in casa Cgil, dopo l’epurazione del “dissidente” della Fiom, Sergio Bellavita , avvenuta ormai qualche settimana fa. Ieri pomeriggio, la minoranza interna al sindacato ha occupato la sede nazionale, chiedendo al segretario nazionale, Susanna Camusso, di ripristinare la dignità e le prerogative dell’area di opposizione della Cgil stessa.
L’azione è scattata dopo la conferma, da parte della stessa Camusso, della scelta di Landini.

Ufficialmente licenziato da Maurizio Landini perché “era venuta meno la fiducia”, Bellavita ha una lunga storia all’interno della Fiom e, da Bologna, alcuni giorni fa ha denunciato quelle che per lui sono le reali ragioni della cacciata: le divergenze sulla linea da adottare nelle lotte in fabbrica, in particolare negli stabilimenti Fiat.

Ai nostri microfoni Stefania, rsu Fiom nello stabilimento Fiat di Termoli ed esponente della minoranza del sindacato, spiega le ambiguità e gli sgambetti della gestione di Landini. “Si pretendeva che occupassimo la fabbrica senza scioperare e sono stati diffidati gli stessi rappresentanti Fiom dei lavoratori – racconta – L’opposizione a Marchionne per cui è diventato famoso Landini è stata solo in tv, mentre nelle fabbriche ha ordinato di fare altro”.

Dopo l’occupazione, la minoranza del sindacato ha ottenuto per oggi, 13 maggio, alle 12.00 un incontro con i vertici nazionali della Cgil.