A quattro anni dalla rivoluzione di Piazza Tahir, che portò alle dimissioni del presidente egiziano Hosni Mubarak, l’Egitto scivola sempre di più nella repressione. L’assassinio della poetessa e attivista operaia Shaimaa El-Sabbagh, ne è un tragico esempio. E intanto la polizia torna ad essere un attore fondamentale bel braccio di ferro con l’esercito.

L’Egitto archivia il quarto anniversario dalla rivoluzione che depose Mubarak, con le immagini dell’attivista operaia e poetessa Shaimaa El-Sabbagh che muore tra le braccia di suo marito, dopo essere stata colpita dalle forze di polizia. La morte terribile di Shaimaa, che sfilava con la sua formazione di sinistra in direzione di Piazza Tahir, dove avrebbe deposto una rosa, fa di questa attivista trentaduenne il simbolo di una sinistra attaccata e repressa da alternativamente da Polizia ed Esercito. Le 23 vittime di questi tre giorni di sangue, danno a questo anniversario più il carattere di una commemorazione che quello di una celebrazione.

Sembra di essere tornati a più di 4 anni fa, e l’impressione è rafforzata dall’assoluzione di Hosni Mubarak, ora ricoverato e, dalla molto meno simbolica scarcerazione dei figli dell’ex-rais che si preparano ad un trionfale ritorno nell’agone politico egiziano, come ci spiega e il giornalòista de “Il Manifesto” e autore del libro “Egitto.Democrazia MIlitare” edito da Exorma, Giuseppe Acconcia.

Per Acconcia, la figura di Shaimaa rappresenterà per tutta la sinistra la necessità di riappropriarsi degli spazi politici e delle piazze egiziane, umiliate dalla restaurazione di Al-Sisi. Ma il giornalista non si ferma a questa considerazione e vede nell’omicidio la rappresentazione di quello che avverrà a breve nelle elezioni politiche. La polizia e la fazione dell’esercito che avversa il presidente Al-Sisi, che l’interesse dell’esercito rappresenta, proveranno a diventare gli attori principali dello scenario politico egiziano e a detronizzare l’attuale leadership. Nel frattempo le forze di sinistra probabilmente boicotteranno le consultazioni, avendo in Shaimaa, poetessa della quale la Polizia aveva così tanta paura da decidere di ucciderla, il suo nuovo simbolo, in un paese “restaurato”.