27 arresti, 16 funzionari pubblici indagati: l’operazione Nuova Ionia non si concluderà oggi. E ha radici lontane.

Erano le cosche a gestire il business dei rifiuti con gli appalti per la raccolta e lo smistamento in discarica in 14 centri del Catanese come anche ad Enna, a Milano e a Torino. Il clan Cinturino si infiltrava all’interno dell’Aimeri Ambiente srl, azienda che opera nel ciclo di rifiuti dell’area ionica-etnea come aggiudicataria dell’appalto bandito dalla Ato Ct1 Joniambiente.

Associazione di stampo mafioso, associazione per delinquere, traffico di rifiuti, traffico di sostanze stupefacenti, traffico di armi aggravato dal metodo mafioso e truffa aggravata ai danni di ente pubblico. Questi i reati contestati. I documenti afferenti agli appalti conferiti all’Aimeri, come anche alla Sicilia Ambiente e Alkantara 2001, sono stati acquisiti. Sono state disposte 16 perquisizioni e 16 amministratori comunali, tra cui quelli di Mascali e Giarre, sono indagati. Ci potrebbero essere dei collegamenti con gli attentati incendiari di alcuni mesi fa all’interno dell’Aimeri subito dopo l’arresto di Russo, elemento di spicco del clan Cinturino.

Per associazione a delinquere di stampo mafioso sono stati arrestati Roberto Russo, responsabile tecnico operativo della Aimeri Ambiente, insieme con Salvatore Tancona, commerciante, e Gianluca e Carmelo Spinella. Per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti gli indagati sono Alfio e Carmelo Tancona, Nico Marino Benedetto e Santo Cristaldi già ai domiciliari per spaccio, Arianna Ingegneri, Alessandro e Francesco Mangano nonché Mauro Miceli, Salvo Musumeci, Giuseppe Sciacca, Girolamo Zappalà, Antonino La Spina e Sebastiano Vitale. Gli altri arrestati dovranno rispondere di detenzione di armi da fuoco, associazione per delinquere e traffico illecito di rifiuti.