L’annuncio della liberazione della città curda al confine con la Turchia arriva dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. L’ong parla di una riconquista del 90% della città da parte delle milizie curde. I jihadisti dello Stato Islamico sarebbero confinati in due sobborghi a est di Kobane.

Dopo quattro mesi di resistenza all’offensiva dello Stato Islamico, Kobane è libera. A renderlo noto è l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che annuncia il confinamento dei jihadisti nei sobborghi di Kani Erban e Maqtalah, nella periferia orientale della città.

Su Kaniye Kurda, una delle colline che sovrasta Kobane, la bandiera dello Stato Islamico è stata rimossa e sventola adesso il vessillo curdo.

Kobane ha resistito per più di quattro mesi all’assedio dello Stao Islamico. La resistenza all’avanzata dei combattenti jihadisti è stata portata avanti dalle milizie curde di autodifesa, nelle quali massiccia è stata la presenza e l’attività delle donne dell’Ypg, i gruppi di autodifesa femminile che combattono insieme alle unità miste dell’Ypj. I curdi di Kobane hanno respinto gli attacchi dell’Is disponendo di un equipaggiamento di sola artiglieria leggera.

Le immagini delle combattenti curde in prima linea hanno fatto il giro del mondo. Kobane ha resistito al’avanzata dell’Is senza sostanziali aiuti da parte della comunità internazionale. Dalla città curda, al contrario, si sono levate voci di accusa verso il vicino turco, accusato di favorire il passaggio di jihadisti diretti verso la Siria.

Inanto a Kobane si rileva ancora la presenza di groppuscoli dello Stato Islamico, “È stato liberato solo il centro, 360 villaggi [circostanti, ndr] restano ancora sotto il controllo dell’Isis“, come dichiara Ilmaz Orkan dell’Ufficio Informazione Kurdistan in Italia.

La ricostruzione di Kobane non sarà semplice, ma può adesso cominciare. “Come Congresso Nazionale del Kurdistan, come Ufficio informazione del Kurdistan in Italia – prosegue Orkan – Chiediamo a tutti gli italiani, al governo, ai partiti politici, ai sindacati e ai governi regionali un appoggio forte a Kobane e ai suoi cittadini“.

Alessandro Albana