Il Jobs Act rischia di dividere il Partito Democratico e portare, secondo alcune ipotesi, alla scissione. Se Renzi accusa chi lo critica di conservativismo, e Bersani chiede che sia riservato alla minoranza Pd, lo stesso rispetto che il premier dimostra a Berlusconi, per Sel è necessario un fronte formato da quanti hanno a cuore il lavoro.

Jobs Act: SEL contro i piani di Renzi

Renzi riesce a dare a Sacconi quello che neanche Berlusconi era riuscito a dargli.” Basterebbe questa affermazione, detta ai nostri microfoni dal deputato di Sinistra Ecologia e Libertà, Giorgio Airaudo, per capire che aria tiri tra quelli che sembrano ormai gli ultimi resti della sinistra italiana in Parlamento. In effetti la riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto Jobs Act, annunciata dal premier e considerata ormai come il vero banco di prova per il Governo, sembra destinata a saltare un serio dibattito parlamentare, per correre verso una sorta di decretazione d’urgenza.

Che la questione stia scatenando grosse tensioni all’interno del Pd, tra la maggioranza governativa e la minoranza bersaniana, è cosa evidente. Meno evidenti sono le conseguenze di un mancato accordo tra i democratici, con previsioni che oscillano tra un voto contrario della minoranza in Parlamento, sino, ma si tratta soltanto di ipotesi, ad una scissione dell’ala sinistra del partito fondato da Veltroni. Ed è da questa minoranza che Giorgio Airaudo si aspetta uno scatto d’orgoglio.

“Quello che non funziona della visione di Renzi è che vorrebbe tutti i lavoratori in serie B. Renzi sembra rispondere a quell’adagio per il quale “per fare delle cose di destra servono degli uomini che guidino la sinistra.” Mi auguro che deputati e senatori democratici siano liberi, perchè non può essere tutto deciso nella direzione del Pd: esiste un Parlamento.” tuona il vendoliano.

Libertà di licenziamento, riduzione della cassa integrazione, demansionamento e riduzione del salario, controlla a distanza: questa sono altre azioni contro il lavoro. Renzi va fermato. Serve un fronte nel Parlamento di tutti quelli che hanno a cuore il tema del lavoro. Come Monti -continua Airaudo- ha usato i pensionati come bancomat, Renzi sta usando gli ultimi diritti dei lavoratori e promesse per chi quei diritti non gli ha mai avuti, come tentativo per aprire qualche porta. Ma non so se questo “scalpo” da portare a Bruxelles gli servirà a qualcosa.”

“Il problema -conclude l’ex-Fiom, rimandando al mittente le accuse di conservatorismo, che il premier sta distribuendo a piene mani- è dove uno si pone: per me la sinistra è quella che aumenta e distribuisce i diritti. Quando si sottraggono i diritti è difficile definirsi un progressista.”