A Bologna si è costituito un fronte unitario in difesa della Costituzione e dei suoi principi fondamentali da custodire. Previsto un incontro con i parlamentari per chiedere di fermare la riforma dell’articolo 138.

E’ previsto per il prossimo 9 dicembre, presso la Sala Farnese, l’incontro in cui verrà chiesto ai parlamentari eletti sul territorio di rendere conto del tentativo di modifica della Carta Costituzionale, in particolare per quanto riguarda l’articolo 138. Il disegno di legge di deroga dell’art. 138, con cui si vorrebbe rendere più celere l’iter di approvazione di leggi in materia costituzionale, fu approvato dal Senato lo scorso 23 ottobre, a maggioranza dei due terzi. Nei prossimi giorni il d.d.l. giungerà alla Camera dei deputati per la sua approvazione definitiva.

Per tentare di porre un freno al rischio di uno snaturamento della nostra Carta fondamentale, a Bologna si è costituito un fronte unitario che vede coinvolte numerose forze politiche, sindacali e associative presenti nella società (Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Salviamo la Costituzione, Libera, per non citarne che alcune).

“Vogliamo discutere con i parlamentari – dice Alessandro Baldini, presidente dell’associazione Salviamo la Costituzione – chiedendo loro di non votare questa modifica, e con la cittadinanza per fare chiarezza nel merito e senza pregiudizi”.

Ciò che i promotori dell’iniziativa vogliono sottolineare è che in un momento di forte crisi di rappresentanza e legittimazione politica dei partiti e delle istituzioni italiane, le riforme più urgenti e prioritarie non vedono ancora la luce: fra queste, soprattutto, la riforma dell’attuale legge elettorale.  

Esiste poi un nucleo di riforme costituzionali che trova un’ampia condivisione, sia dentro che fuori il Parlamento, e che potrebbe essere rapidamente approvato con un largo consenso politico e sociale: si tratta del superamento del bicameralismo perfetto, con la trasformazione del Senato in una Camere delle Autonomie. Se ne ricaverebbe una diminuzione del numero dei parlamentari, oltre ad uno snellimento dell’iter legislativo. Come spiega Baldini: “Queste modifiche possono essere fatte semplicemente con le modalità dell’art. 138, e se il Parlamento avesse iniziato a farle ora saremmo già a buon punto e sarebbero approvate in poco tempo”.

A destare preoccupazioni sarebbero invece modifiche che intendessero rafforzare eccessivamente il potere esecutivo, con il passaggio da un sistema parlamentare ad uno presidenziale o semi-presidenziale. Se fosse questa l’intenzione dei riformatori, verrebbe intrapresa una forte azione di resistenza, anche attraverso un referendum oppositivo.

Per questi motivi la mobilitazione bolognese vede il coinvolgimento e la partecipazione di numerose realtà. Per Baldini è “un motivo di grande soddisfazione, perché si sta ricostituendo quel fronte unitario che nel 2006 vinse il referendum contro la riforma costituzionale del centrodestra”.

Andrea Perolino