Questo pomeriggio, dalle 14 alle 17, il Comitato Acqua Bene Comune di Bologna e Provincia ha organizzato un presidio “rumoroso” al Palazzo della Provincia di via Zamboni 13, in occasione dell’assemblea dei Sindaci. Il Comitato per l’Acqua pubblica ha voluto, con questa iniziativa, chiedere ai Sindaci di non votare gli aumenti della tariffa dell’acqua e rimandare le decisioni a dopo i referendum per l’acqua pubblica. Per mantenere i ricavi da bollette, l’agenzia di ambito ATO5, di cui fanno parte la Provincia ed i comuni, vorrebbe infatti aumentare le tariffe di circa il 10%, per garantire il profitto di HERA e i dividendi degli azionisti. È quasi inutile ricordare che se dovesse vincere il SI al Referendum, le aziende4 come Hera non potrebbero più tenersi i profitti. Era lì per noi Paolo Perini che ha potuto intervistare Andrea Caselli del movimento per l’acqua pubblica.

Andrea Caselli: “Abbiamo deciso di fare questo presidio rumoroso davanti alla provincia perchè oggi ci sarà la riunione dei sindaci di Bologna che hanno intenzione di deliberare un aumento tariffario del 10% sulla prezzo dell’acqua. Aumento tariffario che sarebbe a sentire Burgin, l’assessore dell’ambiente della provincia, giustificato dal calo dei consumi idrici, quindi di fronte a un crollo della vendita dell’acqua si vuole mantenere la rendita e gli introiti del gestore dell’acqua aumentando le bollette. Questo è un segnale politico veramente terrificante per i cittadini che sia a causa della crisi sia per le campagne di riduzione dei consumi si stanno comportando in modo egregio da questo punto di vista, spingendo verso il risparmio idrico. Invece che premiarli si vanno a penalizzare. Questo aumento inoltre si somma agli aumenti di altri servizi: dalla scuola al biglietto dell’autobus al costo della benzina. In un momento di crisi come questo ci sarebbe bisogno di tenere ferme le tariffe e magari di rilanciare gli investimenti sul territorio che significano più lavoro, più qualità e rispetto dell’ambiente.”

Cos’è emerso dalla seduta dei sindaci?

“La seduta dei sindaci non si è ancora conclusa, intanto oggi non si può deliberare perchè mancando il Comune di Bologna, non c’è il numero legale per prendere una decisione. Sono emerse comunque alcune cose interessanti però quello che non è emerso è una volontà precisa di rimandare a dopo il referendum questa discussione e sopratutto manca una revisione profonda della convenzione con Hera che ovviamente noi abbiamo giudicato non idonea ad affrontare una situazione come questa.”

Cosa prevede la convenzione con Hera?

“La convenzione prevede che si battezzi la quantità di acqua venduta ipotetica e su quella si costruisca l’introito del gestore attraverso la costruzione della tariffa sui costi operativi, gli investimenti, la remunerazione e quant’altro.Ovviemnte quella era una convenzione fatta in un momento in cui non c’era ancora lo sviluppo della crisi economica che ha ovviamente cancellato tutti i parametri di base per cui mantenere questa convenzione così è una forzatura che si scarica tutta sulle bollette dei cittadini. Noi chiediamo di diminuire la remunerazione del capitale investito, magari destinare una quota a parte in maggiori investimenti come chiedono per esempio alcuni sindaci. Su questo siamo totalmente d’accordo.”

la remunerazione del capitale investita è diversa dagli investimenti.

“Sono due cose diverse, l’ammoratmento degli investimenti va in tariffa e probabilmente dopo il referendum dovremmo ragionare su un sistema che accrediti alla fiscalità generale gli investiemnti altrimenti facciamo pochi investiemnti mentre sarebbero necessari più investiemnti. La remunerazione capitale da una rendita garantita dal gestore che in questo caso, secondo me, dovrebbe essere tagliata.”