Buona Scuola: a poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico sono ancora molte le questioni da dirimere. Tra queste ne spiccano due, strettamente legate l’una all’altra nei principi di parità e accesso ai diritti su cui si basano. Da una parte vi è il diritto allo studio degli studenti disabili, dall’altro quello al lavoro degli insegnanti con disabilità.

Buona scuola al via: che ne sarà dei disabili?

L’impegno per garantire pari opportunità ai portatori di handicap dovrebbe essere sempre considerato cruciale ai fini di una società moderna degna di definirsi tale, ma ci sono ambiti ove il rispetto di tale impegno è particolarmente importante. Le scuole, per esempio. Non solo perché quello dell’istruzione pubblica è uno degli ambiti principali in cui opera lo Stato, ma anche e soprattutto in virtù di ciò che questa istituzione rappresenta, o dovrebbe rappresentare.

Lo sottolineano le parole di Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) che dichiara: “Noi da anni rivendichiamo un ruolo pregnante della scuola, poiché crediamo che il rilancio di una società passi attraverso una buona scuola, che può definirsi tale se attua politiche inclusive”.

In particolare sono due gli ambiti in cui emergono le politiche inclusive cui si riferisce Falabella. Da una parte vi è l’accessibilità delle scuole ai ragazzi con disabilità, resa possibile dalla presenza di insegnanti di sostegno, e dall’altra l’assunzione di personale e insegnanti disabili.

Riguardo al numero di studenti con disabilità che frequentano le scuole pubbliche, e alla proporzionale necessità di personale di sostegno, vi sono state recentemente alcune discussioni.  Ieri infatti il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone ha fornito un dato che l’Anief ha immediatamente dichiarato sottostimato. “A fronte di 240mila alunni disabili – dichiara il presidente di Anief Marcello Pacifico –  il Miur ne riconosce appena 217mila”. A confermare questo errore, stando al comunicato dell’Associazione Sindacale, sarebbero le precedenti dichiarazione del Ministro dell’Istruzione stesso, Stefania Giannini. “A dicembre 2014 – sottolinea Pacifico – il Ministro Giannini ha parlato di 230mila alunni disabili e trend in crescita”.

Anche Falabella parla di cifre sottostimate, ma lo fa individuando cause più nascoste: “Il numero complessivo degli studenti con disabilità che frequentano le scuole primarie e secondarie è sottostimato – dichiara infatti il presidente di FISH – poiché spesso ci troviamo nella situazione di famiglie che preferiscono non mandare i propri bimbi a scuola, a causa delle tante difficoltà che incontrano nei singoli territori”.

Fortunatamente, contare il numero degli studenti disabili non è l’unica questione che il Miur sta affrontando. Proprio ieri infatti vi è stato un incontro al ministero in occasione della futura legge delega sul decreto della buona scuola, cui Falabella ha preso parte, e che commenta così:  “Auspichiamo che i temi che riguardano l’inclusione scolastica vengano inseriti nella delega apposita in maniera tale da garantire l’effettività dei processi inclusivi nelle nostre scuole”.

Non solo i banchi di scuola, ma anche le cattedre devono essere accessibili alle persone con disabilità. Per quanto l’argomento non sia certo nuovo, lo è la sua applicazione in merito al piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola, che negli ultimi giorni ha suscitato numerose perplessità. Infatti il Sottosegretario Faraone ha recentemente dichiarato che il Ministero sta rispettando la legge nelle varie fasi di assunzione, ma alcuni insegnanti con disabilità si sono visti esclusi dall’eventuale quota di riserva e lo hanno segnalato al FISH. Falabella si sente tuttavia di rassicurare gli insegnanti su questo punto, a seguito di un incontro interno al Ministero cui ha preso parte e nel corso del quale il sottosegretario ha assicurato che la quota di riserva nella fascia C verrà garantita, così come la percentuale della quota di riserva complessiva.

Anna Uras