Dopo il blitz di ieri in anagrafe, Adl-Cobas e Asia-Usb hanno incontrato il vice-prefetto e il rappresentante di Gabinetto di Palazzo D’Accursio Di Stasi per discutere del diritto di residenza dgli occupanti e della regolarizzazione delle occupazioni abitative in città. Assenti gli assessori Frascaroli, Malagoli e Monti. Gli attivisti ottengono la convocazione di un tavolo tecnico per il 28 aprile e di un nuovo incontro entro il 10 maggio. “Sono stati presi degli impegni. Fa sicuramente piacere, ma oggi si è rimandata la questione”. 

È durato quasi due ore il confronto tra Adl-Cobas e Asia-Usb con il vice-prefetto e il membro di Gabinetto di Palazzo D’Accursio Di Stasi. Dopo il blitz in anagrafe di ieri, gli attivisti dei due sindacati hanno portato al tavolo della discussione la necessità di regolarizzare le occupazioni abitative sotto le Due Torri e scongiurare gli effetti dell’articolo 5 del Piano Casa, che nega il diritto di residenza agli occupanti.

Dall’incontro – a cui non hanno partecipato, come era stato annunciato, gli assessori Frascaroli, Malagoli e Monti – è emerso l’impegno alla convocazione di un tavolo tecnico per il 28 aprile e di un nuovo incontro allargato entro il 10 maggio.
Al tavolo del 28 aprile è prevista “la partecipazione di Frascaroli, Monti e alcuni tecnici dell’ufficio anagrafe, e molto probabilmente di un esponente della prefettura”, anticipa ai nostri microfoni Fedrico Fornasari di Asia-Usb. Al tavolo spetta il compito di trovare gli strumenti per l’applicazione della circolare del ministero dell’Interno che rende ineffettive le disposizioni dell’articolo 5 del Piano Casa. La circolare, datata 24 febbraio, dispone che il diritto di residenza venga garantito anche agli occupanti, contrariamente a quanto previsto dall’articolo 5. “Da quello che è emerso oggi – continua Fornasari – dovrebbe essere applicata in senso molto simile a quello della prefettura di Padova, ovvero l’impossibilità di negare la residenza nel comune in cui di fatto si vive”.

La richiesta di Adl-Cobas e Asia-Usb è di seguire il percorso intrapreso dalle prefetture di Milano e Padova, che hanno già applicato la circolare, ma anche “che la residenza sia garantita nel luogo fisico”, superando “l’extrema ratio della circolare ministeriale di assegnare la residenza in vie fittizie”, perchè, spiega Fornasari, “questo equivale a essere registrato all’anagrafe come persona senza fissa dimora. Le persone che vivono in occupazione non sono senza fissa dimora”.
Su questo piano, però, “ci rispondono che non si può fare, perchè c’è di mezzo l’articolo 5 del Piano Casa. Ci sono parecchi comuni, tra cui quello di Bologna, che stanno cercando la maniera per ‘sradicare’, è stato il termine letterale usato, l’articolo 5″.

Entro il 10 maggio le parti, secondo gli impegni presi oggi con prefettura e rappresentante di Palazzo D’Accursio, dovrebbero essere riconvocate in un incontro che replica e amplia quello di oggi . Nelle intenzioni, dovrebbe trattarsi di “un tavolo di trattiva generale per l’applicazione della circolare e soprattutto sul reperimento delle linee guida per la stabilizzazione delle occupazioni, un tavolo che non prescinderà dalla presenza delle organizzazioni che si muovono su questo campo”.

“La nostra richiesta, successiva e parallela – conclude Fornasari – è la regolarizzazione, la stabilizzazione delle occupazioni, reperendo gli stabili, anche trovando i fondi e le risorse necessari come quelli previsti nelle voci di spesa “che non trovano una definizione precisa, per progetti di recupero sociale per le vittime della crisi. Questo è un progetto sociale

Gli attivisti, che questa mattina si sono riuniti in presidio di fronte alla prefftura durante l’incontro, restano cauti ma critici, soprattutto rispetto all’assenza degli assessori: “spesso e volentieri ci sentiamo rispondere che mancano le parti in causa, e che tante questioni si possono risolvere soltanto rivolgendosi all’assessorato preposto. Per risolvere questo equivoco ci aspettavamo di trovare gli assessorati che hanno le competenze preposte alle residenze e alla stabilizzazione delle occupazioni”.