Dopo il flop delle scorse elezioni, l’Italia dei Valori corre da sola alle elezioni europee di maggio, riproponendo il proprio simbolo e abbandonando la coalizione-contenitore di Rivoluzione Civile che, insieme a Prc Pdci e Verdi, non ha raggiunto la soglia minima di sbarramento per entrare in Parlamento.

L‘Italia dei Valori rinnova la ritrovata appartenenza con l’area di centro-sinistra, con il quale intende stipulare un’alleanza fin dalle prossime elezioni amministrative. “È necessario che ci sia un’intesa su un programma che rilanci la legalità” incalza Antonio Di Pietro “con lo scopo di ridare trasparenza e diminuire i costi della politica”. L’auspicio è quindi che la legge elettorale venga approvata, pur con qualche modifica.

Nello specifico Di Pietro, ieri a Bologna per l’inaugurazione della nuova sede del partito, vorrebbe il ripristino delle preferenze o delle primarie obbligatorie di coalizione, onde evitare episodi di comprovendita come il caso di Scilipoti, che ha lasciato il segno nella storia del partito. “Non è stato l’unico a cambiare casacca – precisa l’ex magistrato – sono stati ben centocinquantanove”.

Le elezioni europee sono il punto di partenza per rimettersi in gioco, proponendo delle leggi sulla fiscalità fondate sull’uguaglianza e sulla standardizzazione. Un chiaro riferimento alle scelte di Fiat e ad Electrolux, ma anche a quei paradisi fiscali segno di “un sistema ipocrita e marcio”, che permette alla capitale del Liechtenstein di avere un numero spropositato di banche.

Lucia Occhipinti