“Censurato dal Vaticano per mettere in difficoltà papa Francesco”. Il premio Nobel per la Letteratura sarà al Duse di Bologna per presentare “In fuga dal Senato”, pièce tratta da libro di Franca Rame, ultimato pochi giorni prima di morire. “Temi estremamente attuali, oggi come allora si salvano i potenti e si dilazionano i problemi reali”. ASCOLTA L’INTERVISTA.

“Dopo ormai 70 anni di carriera dobbiamo ancora incorrere nella censura”. Dario Fo è amareggiato e indignato per lo stop che il suo spettacolo “In fuga dal Senato“, tratto dal libro (edito da Chiarelettere) che Franca Rame ultimò pochi giorni prima di morire, ha subìto dal Vaticano.
La pièce non potrà essere portata in scena nell’Auditorium della Conciliazione a Roma, di proprietà della Santa Sede. Una mossa che, secondo il premio Nobel per la Letteratura, è stata fatta ai danni di papa Francesco e della ventata di novità che vuole portare nella Chiesa.
“In questo modo le persone penseranno che la Chiesa non sta cambiando – osserva Dario Fo – che è ancora dura, irruenta e dispotica”.

Dario Fo sarà a Bologna l’11 novembre e salirà sul palco del Duse per raccontare l’esperienza parlamentare sofferta che la sua compagna Franca Rame ebbe tra il 2006 e il 2008.
Eletta in Senato con l’Idv, la Rame si dimise con un discorso ed una lettera appassionati perché sentiva che i suoi princìpi di democrazia ed eguaglianza non trovavano compimento nelle aule parlamentari. “Un frigorifero dei sentimenti“, così la celebre attrice definì il Senato, proprio perché in esso regnavano gli interessi delle lobby e non l’umanità e l’attenzione verso i problemi delle persone.
“È uno spettacolo di grande attualità – spiega Fo – Perché oggi come allora si dilazionano i problemi reali e si perdono giornate intere a salvare i potenti, come è avvenuto ieri con la Cancellieri”.

L’esperienza segnò profondamente Franca Rame, che oltre all’impotenza per non riuscire a cambiare le cose, subì l’umiliazione di sentirsi come un’ingenua di belle speranze.
Lo spettacolo, però, ha risvolti anche comici. “Come sempre il grottesco è affiancato al tragico”, osserva il premio Nobel.
Non ci si deve aspettare, quindi, solo uno spettacolo di denuncia, ma la testimonianza della passione civile di una donna, che accanto alle battaglie per i diritti ha sempre utilizzato lo strumento dello sberleffo e della satira di stile.