A poco più di un anno dalla vittoria, disattesa dal Comune, il Comitato Articolo 33 dà vita al “trekking referendario” per chiedere che venga rispettato quello che hanno chiesto i cittadini il 26 maggio del 2013, ovvero la cancellazione dei finanziamenti alle scuole private. Partiti da Barbiana, luogo simbolo della scuola di Don Milani, arriveranno a Monte Sole domenica. Ogni giorno il diario di viaggio.

Camminare per riflettere, chiedere l’applicazione del referendum sulla scuola pubblica dell’anno scorso e pensare a nuove sfide e battaglie per la scuola pubblica. È questo il senso del “trekking referendario“, la camminata dalla Toscana all’Emilia che i referendari di Articolo 33 hanno cominciato ieri per concludere domenica. “La quasi concomitanza con le elezioni europee non ha permesso di ricordare adeguatamente l’anniversario del referendum, svoltosi il 26 maggio del 2013”, spiega una nota del comitato. Per questo, anche se a luglio, hanno deciso di dar vita a questa iniziativa.

La scelta dell’itinerario non è casuale. Partiti da Barbiana, luogo simbolo della scuola di Don Lorenzo Milani, la scuola degli ultimi, gli escursionisti faranno diverse tappe in luoghi storici, lungo la Linea Gotica, per terminare domenica a Monte Sole. Posti, per dirlo con le parole di Pietro Calamandrei, dove è nata la Costituzione, quella stessa carta che, all’articolo 33, dice che la scuola deve essere pubblica e gratuita.

“Siamo venuti al centro di documentazione ‘Scuola di Barbiana’ per ringraziare del sostegno che ci è stato dato l’anno scorso per il referendum – racconta Fabrizio Amadio, esponente del comitato – Abbiamo deciso di tornare a piedi per prenderci del tempo per riflettere e per uscire dalla frenesia della politica e dell’attualità”.
Al termine di ogni tappa, qualora la connessione internet sull’Appennino lo consenta, i referendari scriveranno un diario di viaggio  dove saranno contenute le loro considerazioni.

La battaglia per la scuola pubblica, dunque, non è finita e gli attivisti di Articolo 33 puntano al rilancio in futuro. “Ci sono tante energie, non solo del mondo politico, che hanno dato vita al referendum – ricorda Amadio – Penso che sarà necessario tornare a mobilitarsi perché ci sono diversi segnali che ci dicono che, se lasciato in mano a questa Amministrazione, il rischio è che il futuro della scuola vada verso la privatizzazione”.