Il sindacato Fisascat Cisl ha indetto lo stato di agitazione che prevede un pacchetto di 16 ore di sciopero, una giornata di informazione rivolta alla cittadinanza e presidi in Comune e Regione. Alberani: “non capiamo perché la Regione voglia smembrare un’azienda che funziona bene”.

L’assemblea sindacale dei lavoratori di Cup2000, indetta dalla Fisascat Cisl Area metropolitana bolognese, ha proclamato lo stato di agitazione. I dipendenti della società di sanità elettronica, insieme al sindacato, si dichiarano infatti preoccupati per il loro futuro e quello delle loro famiglie.

“La nostra è un’azienda che ci viene invidiata in tutta Italia e che funziona bene – spiega Alessandro Alberani della Cisl -, ha creato occupazione e non capiamo perché la Regione voglia smembrarla e dividerla”.

La mobilitazione prevede un pacchetto di 16 ore di sciopero, una giornata intera d’informazione rivolta alla cittadinanza, e sit-in in Consiglio comunale e in Assemblea legislativa presso la Regione Emilia Romagna. Nel frattempo i sindacati attendono di sedersi a un tavolo in Regione per discutere del futuro del Cup. L’attuale piano di riorganizzazione e sviluppo dell’azienda, infatti, “non ci convince e pertanto non possiamo così com’è condividerlo”.

Nel corso degli incontri istituzionali che si sono tenuti “abbiamo cercato di tutelare soprattutto l’occupazione”, spiega Alberani, ma “la trattativa è insufficiente rispetto alle nostre richieste e le garanzie dateci non sono quelle che chiediamo”.

Nello specifico la delegazione Cisl ha chiesto che si faccia chiarezza sui costi della nuova riorganizzazione, in particolare – come scrive la Fisascat in una nota – per quanto riguarda “i diversi inquadramenti e rispettivi emolumenti economici in essere”, oltre agli “impegni di tenuta occupazionale” che interessano ai 600 dipendenti dell’azienda, e alle “garanzie per il tema previdenziale”.

Andrea Perolino