Da mesi la galassia composita dell’opposizione al presidente Yanukovych occupa la piazza per chiedere al governo di avvicinarsi all’UE, Approvate norme che minano fortemente la libertà di manifestazione.

Dopo la tregua, scaduta alle 20 di ieri, si attendono sviluppi nel braccio di ferro che contrappone, ormai da fine novembre,i partiti dell’opposizione, cui si è unita la società civile, e la presidenza Yanukovych. Dopo l’incontro tra il presidente filo-russo e i tre partiti dell’opposizione, le posizioni tra i due campi sembrano ancora lontane e appare difficile che si arrivi ad una rapida soluzione.

La questione è nota. In autunno, il presidente, con un dietrofront abbastanza improvviso, ha deciso di non apporre la sua firma all’accordo di associazione con l’Unione Europea.

“Si trattava di un accordo di associazione volto ad eliminare tutti i dazi doganali: una cosa principalmente economica. Non era previsto che l’Ucraina entrasse nell’UE o adottasse l’euro” spiega ai nostri microfoni, Pietro Rizzi, redattore dell’East Journal.

Putin -continua Rizzi- molto più pragmatico, ha chiesto a Yanukovych di guardare verso la Russia. Non si sa quale sia la contropartita, ma probabilmente Putin ha chiesto la rimozione dei manifestanti e l’entrata nell’unione doganale con Russia, Kazakhstan, Bielorussia e, a breve, Armenia“. Inoltre il presidente russo ha messo sul piatto una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 15 miliardi di dollari.

Per il momento i manifestanti, tra i quali si contano 5 morti, non sembrano voler abbandonare la piazza simbolo nonostante le grosse limitazioni alla libertà di manifestazione appena approvate. “Yanukovych ha fatto approvare leggi liberticide che, per esempio, inaspriscono le pene per i manifestanti e vietano indagini su forze di polizia e potere giudiziario. Nello specifico “la legge appena approvata prevede pene di tre anni di detenzione per i giornalisti che svolgono queste indagini.” racconta Rizzi. Va detto, per chiarire ancora meglio il contesto, che il Procuratore Generale del paese è di nomina presidenziale.

Le prossime ore saranno fondamentali -conclude il giornalista- per capire quale sarà il coinvolgimento di Unione europea e Stati Uniti, e per comprendere se i manifestanti saranno in grado di resistere alle forze di polizia.