Dopo lo sgombero dell’8 agosto e il silenzio istituzionale, letto come vero e proprio menefreghismo, Crash prende la parola sulla possibile nuova sede e avanza la proposta di un utilizzo solidale di strutture come l’hub di via Mattei (ex Cie) e l’ex caserma Sani. ASCOLTA L’INTERVISTA.

Crash: dopo lo sgombero si cerca una nuova sede

Il collettivo Crash, dopo lo sgombero di agosto dai locali di via della Cooperazione, torna ad accendere i riflettori sul tema di una nuova sede e nel farlo segnala alcuni luoghi non utilizzati o che potrebbero cambiare destinazione a breve: tra questi l’Hub di via Mattei e l’ex caserma Sani.
Questo dopo che da parte della Giunta comunale, scrivono gli attivisti, si registra solo “il silenzio, il disimpegno e qualche chiacchiera in due righe in ottava pagina di un paio di quotidiani qualche settimana fa”. Ma a detta di Crash “oltre al disimpegno, a questo punto, si può parlare di vero e proprio menefreghismo con cui vengono trattate le numerose istanze sollevate a seguito dello sgombero”, salvo poi “applaudire quando vengono trattate tramite ordine pubblico e aggressione repressiva”.

Crash però avanza anche una proposta: “La scorsa settimana la Prefettura ha reso noto che l’Hub di via Mattei verrà chiuso entro gennaio, la storia atroce di quell’edificio è nota a tutti e ci chiediamo perché non possa chiudersi definitivamente aprendo quelle mura alla solidarietà, all’autogestione, alle attività ricreative, alla cultura della periferia e giovanile”.
Invece di farne “un ghetto di servizi per migranti”, per Crash l’ex Cie si potrebbe “aprirlo al tessuto sociale e alle sperimentazioni culturali dal basso“.

E alla struttura di via Mattei “si aggiunge poi anche l’ex caserma Sani, da decenni abbandonata e chiusa alla città, quando al contrario potrebbe divenire un contenitore di attività culturali e solidali”.
Nello specifico, per la riqualificazione dell’area si è svolto un concorso internazionale e lo studio vincitore ha cominciato a lavorare sul progetto, mentre il Comune ha annunciato la firma di un accordo con Cassa Depositi e Prestiti (proprietaria dell’immobile) per consentire ai cittadini l’uso temporaneo di un’area verde all’interno dell’ex caserma.

L’elenco di Crash prosegue poi con le varie proprietà “di enti pubblici come le Poste, le Ferrovie e non solo, che lasciano edifici al degrado e al non uso. Stessa cosa per l’incredibile numero di grandi e piccole strutture private disseminate al quartiere Navile e nel resto della periferia di Bologna”.

Sulla possibilità di cercare una sede per Crash tra gli immobili privati del quartiere si era espresso il presidente del Navile, Daniele Ara. “È possibile immaginare uno scarto in avanti sull’uso sociale di queste strutture? Coniugare a questa situazione vergognosa una possibilità alla vertenza? Noi crediamo di sì – è il sollecito di Crash- e, mentre il tempo dell’attesa si esaurisce, vogliamo porre all’attenzione pubblica queste questioni che solo negli ultimi tempi hanno mobilitato migliaia di persone, interessano la periferia della nostra città e la soddisfazione di bisogni che in una direzione o nell’altra chiedono di essere soddisfatti”.

FONTE: Dire

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