Dopo il contro-discorso di fine anno, nel quale l’ex-comico aveva dichiarato che la Corte Costituzionale “non serve a nulla”, il costituzionalista Andrea Morrone, ne difende la funzione vitale.

“La Corte Costituzionale dopo otto anni si è pronunciata sulla legge elettorale. A cosa serve una Corte che decide dopo otto anni? Non serve a nulla.” Queste le parole di Beppe Grillo, leader del M5S, pubblicate sul suo blog, in un estratto del suo discorso di fine anno.

Grillo, dunque, imputa alla Corte Costituzionale di aver impiegato 8 anni per decidere dell’incostituzionalità del Porcellum, concludendo che la Corte non serve a nulla.

Non condivide questa visione Andrea Morrone, professore di Diritto Costituzionale all’Università di Bologna. “In realtà occorre dire che la critica di Grillo è, tutto sommato, poco realistica. La Corte -dice Morrone- ha deciso il ricorso in meno di 6 mesi. Direi che sono tempi molto rapidi rispetto alla dinamica della giustizia civile e delle altre corti costituzionali europee.” Stando alle prerogative della Corte, insomma, difficilmente si può imputare il ritardo alla Corte stessa.

Perdere la Corte Costituzionale -continua il costituzionalista- significherebbe perdere il garante dei diritti, l’ultimo garante dei diritti fondamentali. Se le costituzioni della seconda parte del ‘900 sono state costituzioni forti, che hanno consenstito il radicamento dei calori democratici, lo si deve alla presenza delle Corti Costituzionali. Sarebbe un passo indietro incredibile.”

Abolire la Corte, è “una proposta priva di senso -conclude Morrone- perchè non si giustifica rispetto al vantaggio di averla, ma soprattutto perchè non c’è un’alternativa reale.”