Il mondo cooperativo è sotto pressione per l’inchiesta “Mafia Capitale” e Legacoop Reggio Emilia accusa la Cgil di non aver vigilato sull’operato delle cooperative spurie. Il sindacato rifiuta lo scaricabarile e denuncia l’ambiguità delle Centrali cooperative sull’applicazione dei contratti nazionali e del contrasto allo sfruttamento.

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Mafia Capitale Cooperative: scontro con i sindacati

Coop che nascono dalla sera alla mattina, non rispettano i contratti nazionali, pagano i lavoratori 3 euro all’ora e praticano lo sfruttamento. Le abbiamo conosciute soprattutto nel settore della logistica, ma i settori in cui operano sono più vasti: sono le coop spurie, soggetti giuridici consentiti da una particolare interpretazione del regolamento 142 sul socio lavoratore delle cooperative sociali, che attraverso il contenimento dei costi sulla pelle dei lavoratori stessi riescono a partecipare e a vincere le gare d’appalto.
Una piaga che ha fatto parlare di sè in tantissime vertenze dei facchini e che oggi diventa oggetto dello scontro tra Legacoop e Cgil.

La Lega delle cooperative di Reggio Emilia ha infatti cercato di attribuire al sindacato la responsabilità del proliferare delle coop spurie perché la Cgil non avrebbe vigilato su di loro e sul rispetto dei diritti dei lavoratori.
Un’accusa che la Cgil dell’Emilia Romagna rigetta in toto, contrattaccando alle accuse di Legacoop. “Non esiste sulla terra che la colpa sia del sindacato – tuona ai nostri microfoni Antonio Mattioli, responsabile politiche contrattuali della Cgil regionale – Noi da tempo denunciamo le irregolarità, la mancata applicazione del contratto nazionale, lo sfruttamento e siamo stati parte attiva nell’approvazione della legge regionale di quest’anno sul tema degli appalti nel facchinaggio, che chiama in causa anche la committenza”.

La verità raccontata dal sindacato è un’altra: “da anni stiamo chiedendo alle Centrali cooperative di convenire un’azione comune di contrasto alla penetrazione della cooperazione spuria, terreno fertile di illegalità, concorrenza sleale, sfruttamento, schiavitù, riscontrando nei fatti una sorta di attendismo da parte delle Centrali cooperative causato da ‘interessi di bottega’, ragioni di mercato, che hanno impedito sino ad oggi di produrre azioni efficaci in grado di debellare questo fenomeno”.
Ai nostri microfoni Mattioli è ancora più chiaro: “Le Centrali cooperative in alcune situazioni non stanno applicando i contratti nazionali e scelgono di competere in questa partita con le cooperative spurie“.

Per il sindacalista le ambiguità mostrate da parte del mondo cooperativo in questi tempi stanno alla base dell’illegalità, dello sfruttamento e della criminalità che ha portato all’inchiesta “Mafia Capitale” e sottolinea come sia quantomeno curioso che l’attacco di Legacoop Reggio Emilia nei confronti del sindacato arrivi proprio quando è emerso il malaffare di qualcuno. “Io non voglio fare della dietrologia – spiega Mattioli – ma se Legacoop pensa di difendersi in questa vicenda pensando di costruirsi un’immagine di verginità che non ha ed accusando il sindacato, credo che abbia sbagliato il tiro”.