“Se non vi va bene, non fatevi assumere”. Così il sindaco Virginio Merola ha risposto alla richiesta dei sindacati di rivedere l’inquadramento contrattuale scelto dal Comune per le 158 insegnanti da assumere. Un atteggiamento che il consigliere di Sel Pieralisi definisce “bullismo amministrativo”.

Monta la protesta sui contratti delle 158 insegnanti che il Comune di Bologna assumerà. Palazzo D’Accursio ha deciso di inquadrarle con il contratto Enti Locali, mentre i sindacati si sono detti contrari, chiedendo di alla Giunta di rivedere la decisione e di scegliere il tradizionale inquadramento del settore Scuola.
Una rivendicazione che ha mandato su tutte le furie il sindaco Virginio Merola, che senza mezzi termini ha risposto: “Vi assumo, non vi va bene? Rimanete precari“. Il primo cittadino fa leva sulla crisi economica, sostenendo che di questi tempi avere un contratto a tempo indeterminato è già una gran conquista.

In altre parole, secondo Merola, i precari della scuola dovrebbero ringraziare di essere assunti e non lamentarsi dei problemi che il nuovo inquadramento provocherebbe e che sono stati denunciati dagli stessi sindacati .
Un atteggiamento che manda su tutte le furie le insegnanti, ma anche esponenti della maggioranza di Palazzo D’Accursio.
Tra questi, il più duro è il consigliere comunale di Sel Mirco Pieralisi, che definisce quello di Merola “bullismo amministrativo“, accusandolo di “stile e argomenti renziani a partire dal classico: mangia questa minestra e non ti lamentare perché c’è chi sta peggio”.
Critici anche due consiglieri Pd, Francesco Errani e Daniela Turci, che chiedono al sindaco di avere più coraggio.

Tra insengnanti e genitori la preoccupazione maggiore è quella che riguarda il futuro. C’è il timore che la prospettiva sia quella di trasformare la scuola dell’infanzia comunale da un diritto ad un servizio individuale a pagamento come i nidi.
Il primo atto pare proprio essere il cambio di contratto per i neo-assunti, una conquista ottenuta nel 1952 proprio a Bologna, ormai unico Comune ad averla mantenuta, come ripete il sindaco. Fu proprio il capoluogo emiliano, infatti ad adeguare il trattamento delle maestre comunali a quello delle statali.
Un altro rischio potrebbe essere quello di aumentare le ore di lavoro frontale degli insegnanti, risparmiando sul numero di docenti.