Il Palacongressi di Rimini ospita da ieri il Congresso della Fiom. Tra rapporti tesi con la Cgil e desertificazione industriale, Maurizio Landini ha sottolineato le criticità delle iniziative del premier Renzi. Ai nostri microfoni, Augustin Breda, delegato Fiom, esclude scissioni con la Cgil.

La dialettica è forte e lo scontro con la Cgil è evidente. Quello che si è aperto ieri al Palacongressi di Rimini è forse il Congresso della Fiom più teso degli ultimi anni. La Federazione Italiana Operai Metalmeccanici è a un bivio. I rapporti con la Cgil sono sempre più tesi soprattutto dopo l’accordo sulla rappresentanza e il Jobs Act di Renzi sembra tendere ad un’ulteriore precarizzazione inaccettabile per i metalmeccanici. In questo contesto c’è un panorama industraile che appare in fase di dismissione ed è la struttura stessa della Cgil, della quale la Fiom fa parte, che sembra essere messa in discussione.

Ieri il congresso si è aperto con l’intervento del segretario Maurizio Landini, che ha criticato il premier renzi, sottolineando come i” cambiamenti promessi non si siano visti“. Discorso ripreso, ai nostri microfoni da Augustin Breda, delegato Fiom, che rileva come dai famosi “80 euro in busta paga” siano esclusi milioni di lavoratori perchè disoccupati.

“C’è una discussione molto franca su una situazione che è drammatica sia per la mancanza di lavoro, sia a causa della Riforma Fornero che non permette ai lavoratori di andare in pensione e ai giovani di entrare.”afferma Breda.

Sul rapporto con la Cgil,  Breda non lesina critiche. “Riteniamo che la Cgil abbia sbagliato la strategia, da un lato con l’accordo sulla rappresentanza, dall’altro con la politica di concertazione che ha dimostrato il suo fallimento, perchè ha creato molta burocrazie e pochi risultati per i lavoratori. Ma rilancia nel segno dell’unità: “Vedremo anche al congresso Cgil se si riuscirà a trovare una sintesi.”

Scontata, infine, la riconferma della linea di Maurizio Landini nel ruolo di segretario nazionale, secondo Breda.