Dopo l’ammonimento della Corte europea di Strasburgo, Palazzo Madama corre ai ripari per consentire anche in Italia di dare ai figli il cognome della madre. Pronto un ddl bipartisan. Lo Giudice (Pd): “Saniamo un aspetto arretrato del diritto di famiglia italiano”.

In tempi record, dopo appena due giorni dall’ammonimento della Corte europea di Strasburgo, il Senato italiano è pronto per consentire che una coppia possa dare al proprio figlio il cognome materno. La Corte aveva dato ragione a due coniugi italiani che avevano fatto ricorso proprio a causa dell’impossibilità di dare ai figli il cognome della madre. Da Strasburgo, quindi, era arrivato un caldo invito a sanare la situazione e mettersi al passo di altri Paesi europei entro tre mesi.

È di oggi la notizia che Alessandra Mussolini (Fi) e Stefano Esposito (Pd), hanno depositato un ddl in materia e chiedono che in commissione Giustizia a Palazzo Madama si acceleri l’iter dell’esame, non escludendo un possibile intervento del Governo. Nella proposta Mussolini-Esposito, il Codice civile verrebbe modificato per assegnare al figlio il diritto ad assumere i cognomi, e regolare i diversi casi di riconoscimento da parte dei genitori equiparando il valore dei cognomi di padre e madre. Mussolini ricorda, tra l’altro, che l’assegnazione del cognome del padre è una consuetudine, non c’è una legge che la stabilisce.

Per Sergio Lo Giudice, senatore Pd, in Parlamento ci sono i numeri per sanare un aspetto arretrato del diritto di famiglia italiano. E a chi gli chiede se possa essere una questione apripista anche per il riconoscimento dei diritti civili per le coppie lgbt, Lo Giudice risponde che spera di guadagnare terreno in questa direzione.