Licenziati quattro lavoratori del Cna per fronteggiare la crisi

Per fronteggiare la crisi la Cna di Bologna presenta un piano per tagliare gli stipendi. Alcuni dipendenti si oppongono e vengono licenziati “per rappresaglia”. È la ricostruzione di Roberto Manaresi, uno dei dipendenti licenziati, che ora impugnano il licenziamento.

Anche la Cna di Bologna, l’associazione di categoria degli artigiani, soffre la crisi economica. Il bilancio preventivo del 2013 presentava un deficit che l’organizzazione tentava di rimediare, ma nel corso delle trattative coi lavoratori ha lasciato sulla strada quattro “vittime”, dipendenti licenziati per motivazioni politiche e rappresaglia, almeno secondo la ricostruzione che fanno i lavoratori.

Tutto è cominciato quando la dirigenza ha presentato il bilancio preventivo che, causa crisi, presentava un passivo consistente.
“La piattaforma presentata dall’azienda – racconta Roberto Manaresi, uno dei lavoratori licenziati – conteneva, tra le altre cose, il taglio dei buoni pasto e una consistente riduzione degli stipendi“. Misure che all’assemblea degli impiegati e a quella dei quadri non sono piaciute, al punto da rigettarle e avanzare la controproposta di contratti di solidarietà.
L’azienda, a questo punto, ha ripresentato una piattaforma sostanzialmente identica, osserva Manaresi, che è stata nuovamente rigettata, con la richiesta della presentazione di un piano di rilancio e di riorganizzazione dell’attività.

“A questo punto non si è saputo più nulla – prosegue il lavoratore – Ma nel luglio del 2013 a me ed altri tre lavoratori è arrivata una lettera di licenziamento”.
Le motivazioni ufficiali sono il “giustificato motivo oggettivo” previsto dalla riforma Fornero, ma i lavoratori hanno il sospetto che si tratti di motivazioni politiche e di una rappresaglia al mancato raggiungimento di un accordo, per colpire l’anima del dissenso.
“L’azienda sostiene che i lavoratori licenziati non sono più ricollocabili – osserva Manaresi – ma è difficile pensare che in un’azienda non serva più il responsabile del marketing”.

Ad alimentare i sospetti, inoltre, vi sono altri elementi, come il numero di dipendenti licenziati: 4, cioè appena sotto la soglia stabilita dalla legge Fornero per procedere alle procedure di licenziamento collettivo. Inoltre la decisione è stata presa senza che i soci di Cna, cioè le imprese artigiane, si siano espressi in merito.
Tre lavoratori su quattro, a questo punto, hanno impugnato il licenziamento in sede legale.