La Cineteca di Bologna, dal 1995 Autonoma Istituzione Comunale, a breve diventerà una Fondazione. Un ente ad oggi esclusivamente pubblico potrebbe domani prevedere l’entrata di soci privati, sebbene da Palazzo d’Accursio arrivi la garanzia di una partecipazione comunale almeno del 51%. Una scelta che però non piace a tutti, anche perché non è del tutto chiaro il percorso che porterà a questa trasformazione. L’inchiesta e le interviste di Alice Bellincioni.

Ci sono infatti diversi timori: questa scelta possa essere solo l’inizio di un processo, che porterà il Comune a privatizzare i beni culturali del Comune, come le biblioteche; non è ancora chiara la sorte dei 39 dipendenti della Cineteca, se scegliessero di lavorare per il nuovo ente dovrebbero allora rassegnare le dimissioni a Palazzo d’Accursio; e infine c’è chi denuncia una situazione di grave conflitto di interessi, qualora la Cineteca, diventata Fondazione a partecipazione privata, continuasse a mantenere alcune funzioni, come la gestione della Film Commission Bologna e dei bandi di finanziamento alla produzione cinematografica.

Lo scorso Martedì, 8 Novembre, la giunta ha approvato la delibera per l’avvio della nuova istituzione e ieri, 10 Novembre, c’è stata l’udienza conoscitiva a Palazzo d’Accursio: presenti le commissioni consiliari “Cultura” e “Attività produttive”, l’Assessore Alberto Ronchi e il direttore della Cineteca di Bologna, Gianluca Farinelli. A richiedere l’udienza sono state le associazioni “100autori” e “Documentaristi”, che operano nell’audiovisivo, e la Profilm, iniziativa nata per sostenere questo settore. A rappresentare questi tre soggetti: Enza Negroni, Presidente di “Documentaristi” Emilia-Romagna, Carlo Sarti, consigliere della “100autori” Emilia-Romagna e Roberta Barboni, Presidente della “Profilm” Emilia-Romagna.

Roberta Barboni, intervistata ai nostri microfoni, esprime la sua preoccupazione per le piccole-medie aziende, che operano a Bologna nel settore audiovisivo, che in futuro “potrebbero presentare dei progetti e vederseli negati, perché i fondi verrebbero gestiti e convogliati con un criterio di scelta che non è chiaro”.
La Cineteca infatti, gestendo la Film Commission, “riesce ad attrarre finanziamenti dai bandi e a gestire così molto denaro, distribuendolo poi come lo ritiene più opportuno”. Inoltre ad oggi la Cineteca svolge attività di produzione cinematografica e audiovisiva, proprio attività rispetto alle quali la Cineteca svolge un ruolo di gestione diretta dei bandi di finanziamento.
E’ chiaro dunque che la Film Commission, “essendo un ente di servizi, dovrebbe essere gestita da una commissione trasversale e super partes”. La Cineteca, qualora diventasse una Fondazione a partecipazione privata, riuscirebbe a mantenersi davvero al di sopra delle parti e a distribuire i finanziamenti secondo un principio chiaro ed equo? Questa l’obiezione che “100autori”, “Documentaristi” e “Profilm” hanno sollevato ieri in udienza conoscitiva, chiedendo al Comune “un tavolo di confronto sulla situazione della Cineteca, per trovare insieme una soluzione alternativa e praticabile”, come ci ha spiegato Carlo Sarti, della “100autori”.

L’Assessore alla Cultura, Alberto Ronchi, dichiara ai nostri microfoni, di “aver capito che sulla questione della Film Commission c’è da fare una riflessione”. Al termine dell’udienza Ronchi ha infatti annunciato di voler “stralciare dagli scopi della Fondazione Cineteca la parte relativa alla gestione da parte dell’ente della Film Commission Bologna”. Ha aggiunto tuttavia di voler inserire l’articolo nella Convenzione che il Comune di Bologna stipulerà con la nascente Fondazione. Per questo motivo i rappresentanti del variegato panorama audiovisivo bolognese al termine dell’udienza non si dicevano certo soddisfatti. Un risultato comunque l’hanno ottenuto, perché una convenzione ha una durata e il suo testo può cambiare, lo scopo di una Fondazione invece resta invariato.

E ad esprimere la loro preoccupazione per il processo di trasformazione che porterà la Cineteca a diventare una Fondazione sono anche i sindacati. Con loro l’Assessore alla Cultura Ronchi ha intrapreso una trattativa. Per i 39 (40??) dipendenti scade proprio oggi il termine per rispondere alla “lettera d’interesse”, inviata per sapere da loro se sono intenzionati a passare dalla Cineteca Comunale alla nuova Fondazione. Per farlo sono costretti a presentare le dimissioni da Palazzo d’Accursio. E se decidessero di no? L’Assessor Ronchi garantisce che questi lavoratori verrebbero ricollocati all’interno del Comune.
C’è poi il problema di tutti quei dipendenti non conteggiati nei 39 a cui viene garantito il posto: lavoratori a contratto. Ronchi si dichiara fiducioso di “poter regolarizzare alcune situazioni precarie” con i posti di lavoro liberati da quei dipendenti che decidessero di rimanere al Comune.

La protesta arriva anche sul web: su facebook è stato aperto il gruppo “Cineteca Pubblica”, che lamenta, tra le altre cose, una questione che sta alla base del problema: Ronchi motiva l’urgenza di questo riordinamento imprenditoriale della Cineteca appellandosi a ragioni legali. L’Assessore spiega infatti che “le normative vigenti rispetto alla forma giuridica istituzione impongono vincoli tali”, per cui la Cineteca avrebbe difficoltà a mantenere tutte le differenti attività, in cui oggi si articola il suo lavoro. L’Assessore si riferisce in particolare all'”Immagine Ritrovata”, società acquistata dal Comune nel 2006, che già da prima effettuava gran parte dei lavori di restauro sui film dell’archivio della Cineteca. Ma sulla pagina facebook del “Comitato contro la privatizzazione” (comitato per il momento rimasto anonimo) si legge che “l’Immagine Ritrovata non ha bisogno oggi di nessun salvataggio: il referendum ha eliminato l’articolo che obbligava gli enti locali a dismettere le società partecipate”. Ronchi sostiene però che “il decreto che è in approvazione restringa ancora di più le potenzialità di questo tipo di società, che sono all’interno delle istituzione”. E conclude dicendo che “è una normativa complessa”. Sulla pagina facebook di “Cineteca Pubblica” è stata indetto l’invito a sottoscrivere un appello al Comune a “seguire in materia di società partecipate svolgenti servizi culturali la normativa Europea che stabilisce che società in “House providing” a capitale interamente pubblico sono possibili”.

Lunedì prossimo il Consiglio Comunale si esprimerà sulla questione della Cineteca. Speriamo che per allora verranno sciolti tutti i nodi della questione !