“Due giorni fa è andata via una parte dell’intelligenza, non della Francia, ma del mondo intero.” Commenta così Giuseppe Palumbo la scomparsa dei i giornalisti e vignettisti di Charlie Hebdo. Per il disegnatore il vero nemico da compattere in questo momento è il pensiero unico, omologato, che apre la strada a fascismi e fondamentalismi.

La satira è un’arte spesso difficile da comprendere, soprattutto per chi la ama e la difende soltanto quando attacca il campo avverso al proprio. Proprio perchè attacca il potere costituito, però, e’ un arte che dà la misura dello stato di salute delle società democratiche. Per questo è utile ascoltare chi di satira si occupa ed ha condiviso, pur con percorsi diversi, lo stesso cammino dei giornalisti di Charlie Hebdo.

“Lo scopo della satira è svelare, rendere vero quello che è visibile. Loro lo hanno fatto più degli altri e sono incappati in un ostacolo insormontabile: un aumento improvviso del piombo nei loro corpi. Non hanno mai smesso di dare addosso alla stupidità, quello era il loro vero obiettivo, non l’Islam” così ai nostri microfoni il disegnatore Giuseppe Palumbo commenta la strage nella sede di Charlie Hebdo. 

“Ci sono titoli di giornale che fanno paura e daranno nutrimento a tanta ulteriore stupidità. Se c’è una lezione che ci hanno lasciato (i giornalisti e vignettisti uccisi, ndr) -continua Palumbo- è quella di pensare con la propria testa, di non cedere a fanatismi e pensieri unici di ogni sorta. In questo senso, anche a costo di essere controcorrente- afferma il disegnatore-, la modalità di condividere lo sdegno attraverso i social network con l’hashtag #jesuischarlie è, secondo me sbagliato, perchè non è quello che loro vorrebbero. E’ un altro modo per unificare un pensiero che era assolutamente individuale, nel senso migliore del termine. Pensare con la propria testa, svelare quello che c’è di vero nel mondo per quello che è e non per quello che dovrebbe essere: era questa la loro vera missione.”

“Dobbiamo ricominciare a pensare con la nostra testa perchè abbiamo demandato sempre di più e sempre troppo all’opinione altrui. Dobbiamo ricominciare a guardare ai fatti con una lucidità nuova e con una nuova etica, è questo l’unico modo per combattere tutti gli ismi, i fascismi e i fanatismi. La reductio ad unum, -conclude- il ridurre tutto ad un unico pensiero: questo è il vero nemico da combattere”